Domani la città si prepara a una manifestazione che si annuncia tutt’altro che simbolica. Un corteo aperto a tutta la popolazione, convocato da BDS Valle d’Aosta (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni BDS) nell’ambito dello sciopero generale promosso dall’USB, attraverserà le vie del capoluogo per denunciare la crescente militarizzazione del Paese, l’erosione del welfare e le scelte politiche che — mentre tagliano sanità, scuola e diritti — continuano ad alimentare spese militari record e complicità con i conflitti internazionali.
Secondo i dati dell’Osservatorio Milex, la spesa militare italiana sfonderà i 32 miliardi di euro. Una cifra che stride con la realtà quotidiana: salari reali in caduta libera, precarietà normalizzata, povertà in aumento e diritto alla casa ridotto a miraggio. Sul fronte dei servizi, le riduzioni continuano a colpire ciò che tiene in piedi una società: cura, istruzione, assistenza, sicurezza sociale. Ed è su questo terreno che molte delle tensioni esplose negli ultimi mesi trovano la loro origine.
Gli organizzatori parlano di un Paese che invece di guardare ai bisogni della sua gente — lavoro dignitoso, welfare, pace — sceglie la strada del riarmo, dei modelli autoritari che schiacciano movimenti sociali e informazione indipendente, e della complicità con le guerre in corso. Il riferimento più diretto riguarda il massacro in Palestina, definito senza mezzi termini “genocidio”: una tragedia che, spiegano, non può essere scollegata dal quadro più ampio della competizione globale, dove l’Italia partecipa attivamente tra spese NATO, riarmo europeo e forniture di armamenti.
La lista dei conflitti parla da sola: Palestina, Ucraina, Sudan, Congo, le tensioni in Sud America. E ogni volta, ribadiscono gli attivisti, chi paga davvero non sono i governi ma le popolazioni civili, mentre i grandi gruppi industriali e finanziari accumulano enormi profitti. In Italia, intanto, oltre 100 miliardi di extraprofitti sfuggono alla collettività e contribuiscono a rendere ancora più pesante la narrazione della crisi economica interna, dove i lavori sottopagati sono ormai diventati la norma.
Il messaggio che attraverserà il corteo è semplice e diretto: basta. Basta con la corsa agli armamenti, basta con un modello economico che sacrifica diritti e vite umane, basta con un’idea di sicurezza fatta solo di repressione e paura. Al centro, chiedono, vanno rimessi i bisogni reali delle persone: pace, disarmo, giustizia sociale, dignità del lavoro.
Il concentramento è previsto alle 10 ai giardini dell’Università della Valle d’Aosta, il Jardin de l’Autonomie. La partecipazione è libera, aperta a chiunque voglia aderire allo sciopero generale e prendere posizione contro quella che molti definiscono una deriva pericolosa, sia per il Paese sia per la democrazia.
BDS Valle d’Aosta invita tutt* a esserci, perché — come sottolineano — “questa volta non si può restare a guardare”.