Oggi la politica valdostana ci regala un piatto fumante, di quelli che fanno lacrimare gli occhi più del peperoncino calabrese: la pacifica convivenza tra Centro Autonomista, Autonomisti di Centro, Pour l’Autonomie, Autonomisti ma non troppo, Autonomisti forse, Autonomisti vedremo.
Il tutto servito con contorno di “non è come sembra”, “non è più come prima”, “non era questo l’accordo”. Una roba che nemmeno le telenovelas sudamericane.
Il Centro Autonomista oggi ha voluto mettere i puntini sulle i — e già che c’era anche sulle é, sulle à e su un paio di ç — per chiarire una volta per tutte che no, non sono loro a fare confusione: è il consigliere Carrel che continua a giocare a Uno, cambiando colore a seconda della carta che pesca.
Il gruppo fa notare che Carrel, da mesi, passa con una certa agilità da “Pour l’Autonomie” agli “Autonomisti di Centro” come se fossero la stessa cosa. Una specie di metamorfosi politica continua, alla Kafka, ma senza lo stile letterario.
E così ci spiegano che l’alleanza originaria — RV, SA e PlA — non esiste più.
Finita.
Archiviata.
Game over.
Però Carrel ogni tanto la rispolvera, tipo coperta di Linus, e allora dal Centro Autonomista si preoccupano: “Così gli elettori si confondono”.
Fidatevi: dopo anni di geometrie variabili, coalizioni a elastico e gruppi consiliari formato LEGO®, se non si sono già confusi, questi elettori sono degli eroi.
La nota ricorda anche che le decisioni avrebbero dovuto essere prese a maggioranza, ma RV e SA — anime pie — non hanno mai voluto imporre nulla. Manco fossero i frati cappuccini della politica valdostana.
E allora tutto bene, finché non si è parlato di costruire un’alleanza con l’UV.
Qui però, sorpresa: Pour l’Autonomie era proprio quella forza che fino al giorno prima governava insieme all’UV.
È un po’ come litigare con l’ex per una foto su Instagram mentre si ha ancora mezza casa sua nello sgabuzzino.
Il Centro Autonomista spiega che ha dovuto cambiare nome al gruppo consiliare, perché Carrel è entrato negli “Autonomisti di Centro” dopo la loro formazione, sfruttando un vuoto regolamentare e quando ormai era stata certificata la separazione dei percorsi politici.
Tradotto in lingua non-politichese: “Siamo dovuti scappare dalla stanza perché il consigliere era entrato dalla finestra”.
E così, per evitare ulteriori malintesi, hanno deciso di chiamarsi in un altro modo.
Manca solo che mettano il cartello “Attenzione: gruppo politico instabile” come sulle bombole del gas.
La nota dice che il Centro Autonomista guarda avanti.
E noi ci crediamo.
Certo, ogni tanto si girano indietro per vedere chi li sta seguendo, chi li sta superando, chi sta facendo inversione a U, chi si è fermato a cambiare la targhetta del gruppo.
Ma guardano avanti.
In Valle d’Aosta funziona così: la politica cambia nome più spesso delle piste di sci dopo una nevicata.