Quando si parla di Fontina d’alpeggio, molti pensano a una semplice forma di formaggio.
Chi vive la montagna, invece, sa che dentro c’è un’estate intera.
Ogni anno, mentre la valle si scalda e la gente scappa verso l’ombra, sugli alpeggi parte un rituale antico: sveglie alle quattro, stivali che calpestano rugiada fredda, mani che sanno distinguere il latte buono da quello “che oggi è un po’ nervoso”. È la stagione in cui il tempo sembra più lento e più vero, quella che darà vita alle forme che ora arrivano al Modon d’Or 2025.
Quest’anno le Fontine in gara erano 38. Dieci sono arrivate in finale. Ma non è una classifica: è una carrellata di storie, ognuna diversa, ognuna con una sua voce.
I finalisti del Modon d’Or 2025: non un elenco, ma dieci capitoli di una stessa storia
Brunet Lavy – Alpeggio Morgnoz, Sarre
Qui la montagna è larga e aperta, e il vento d’alta quota entra nel latte come un ingrediente invisibile.
Chatelair – Les Moffes, Doues
Pascoli ripidi, silenzi profondi. Una Fontina che sa di erbe scure e di sole deciso.
Dalbard Fabio – Chamolé, Charvensod
L’alpeggio dei camminatori: ogni estate migliaia di scarponi passano vicino alla stalla senza immaginare quanta cura ci sia dietro quella fascera 116.
Donnet Emilio – Pierres Blanches, La Salle
Qui il Monte Bianco sembra guardare il lavoro degli uomini, come un gigante curioso.
Frères Béthaz – Alpe Vieille, Valgrisenche
Una valle ruvida e autentica, dove la Fontina nasce robusta come la gente che la produce.
La Comba – Boregne, Arvier
Un alpeggio sospeso tra boschi e acque fredde, dove il latte profuma di ombra e di sole insieme.
PO-MA Pomat – Pointier, Etroubles
Qui la tradizione è una cosa seria: ogni forma sembra raccontare una storia di famiglia.
La Coccinelle – Grimondet, Gressan
Il nome fa sorridere, il gusto sorprende: un equilibrio di dolcezza e intensità che sa di cura minuziosa.
Les Ecules – La Salle
Un alpeggio che sembra un balcone naturale. Le mucche mangiano panorami che finiscono dentro la forma.
Viérin – Pesse, Saint-Pierre
Qui la montagna è lavoro quotidiano, e la fascera 181 sembra uscita da un manuale di perfezione.
Il concorso ora passa alla Giuria di eccellenza, che il 28 novembre si riunirà nelle sale del Castello Gamba di Châtillon, un luogo che sembra fatto apposta per custodire riti di qualità.
La premiazione avverrà il 29 novembre, all’Hostellerie du Cheval Blanc di Aosta. I cinque vincitori riceveranno non solo un riconoscimento, ma anche un incentivo da 1.500 euro.
Dal primo dicembre, tutti potranno assaggiare i formaggi premiati negli esercizi valdostani e anche online.
Ecco il link ufficiale, utile come una scorciatoia di sentiero per chi vuole arrivare dritto alla meta:
La voce dell’Assessora Girod, quando parla di queste forme, ha un tono che conosci: quello di chi sa che dietro la parola “eccellenza” ci sono persone vere.
Persone che lavorano quando gli altri dormono.
Che salgono quando gli altri scendono.
Che credono in un’agricoltura che non è una fotografia da brochure, ma una scelta di vita dura e bellissima.
La Fontina d’alpeggio è uno dei pochi prodotti che riesce a trasformare davvero un territorio in sapore.
Ed è forse per questo che il Modon d’Or non è un concorso: è un modo per ricordare a tutti che la Valle d’Aosta è fatta di mani, di pascoli e di latte caldo al mattino.
E che valorizzarla significa, prima di tutto, ascoltare le sue storie.