Un cittadino vince un ricorso contro una multa ingiusta, ma il Comune decide comunque di impugnare la decisione del Giudice di Pace. Un atteggiamento che, secondo l’autore, conferma la continuità con la precedente amministrazione: chiusura, mancato ascolto e dipendenza dai ricorsi legali. Il testo richiama anche la recente retrocessione di Aosta nelle classifiche del Sole 24 Ore, attribuendola alla scarsa preparazione politica e alla distanza crescente tra istituzioni e cittadini. L’episodio diventa così il simbolo di un problema più ampio: una classe dirigente che non ascolta, non guida e non assume responsabilità
Ricordiamo tutti lo scandalo delle multe raddoppiate: duemila cittadini colpiti, associazioni indignate, un tavolo convocato e poi disertato, come se nulla fosse. E oggi, a nemmeno quindici giorni dalle elezioni, la nuova amministrazione si presenta con una figuraccia: invece di ascoltare, ricorre. Invece di accogliere, respinge.
Questo non è solo un errore politico. È un segnale.
Non vi viene da chiedervi perché?
Ma la domanda è rivolta soprattutto a voi, politici che in campagna elettorale andavate in giro a stringere mani ed elargire sorrisi. Che cosa avete ingoiato? Nemmeno quindici giorni e vi siete già rimangiati tutto: le promesse, la credibilità, quella dignità che nelle piazze vi faceva dire “Noi saremo a fianco dei cittadini”.
Quando un cittadino bussa alla porta del proprio Comune, non dovrebbe trovare un avvocato pronto a opporsi, ma un amministratore pronto ad ascoltare. La politica che si rifugia nei ricorsi è una politica che ha smarrito il senso del servizio. È una politica che allontana, che irrigidisce, che tradisce.
Voi siete i principali artefici arroganti dell’allontanamento del cittadino dalle istituzioni.
La Valle d’Aosta ha bisogno di una classe dirigente che torni tra la gente, che sappia distinguere tra legalità e giustizia, tra potere e responsabilità. Perché essere ultimi in classifica non è solo una brutta figura: è il sintomo di un decadimento, di una distanza che cresce, di una democrazia che si svuota.
Recentemente un’indagine del Sole 24 Ore ha dato l’ennesimo schiaffo alla nostra Valle. Dopo l’ennesima retrocessione sulla qualità della vita — Aosta scende al 27º posto — ecco che la classifica sulle amministrazioni comunali degli ottomila Comuni italiani suona un nuovo campanello d’allarme.
Poca preparazione da parte degli amministratori nel capire un bilancio, nel conoscere le normative. Certo, a conoscere regolamenti e leggi devono essere i dirigenti. Ma ad avere una visione sugli interventi da fare sul territorio, sui progetti, sulle necessità, su quali priorità perseguire, devono essere i politici.
E invece?
I politici, a ogni problematica che si presenta, si avvalgono di ricorsi e pareri legali.
Ed ecco che il rapporto cittadino–ente va in pezzi. Viene meno, come dicevamo, il rapporto cittadino–istituzioni.
Questo ricorso ne è l’ennesima dimostrazione.