Dal 19 novembre, molti di noi potrebbero trovare il telefono più silenzioso del solito: una stretta sulle chiamate in entrata scatta infatti proprio in quella data, con l’obiettivo dichiarato di ridurre le chiamate indesiderate, tutelare la privacy degli utenti e rendere più sicuro il sistema di comunicazione.
Non si tratta di un blocco totale, ma di una selezione mirata: numeri promozionali o sospetti, noti per campagne di telemarketing aggressive o pratiche poco trasparenti, rischiano di scomparire dalla rubrica delle chiamate possibili. La misura riguarda quelle utenze che gli operatori identificheranno come potenzialmente non gradite dagli utenti.
Meno disturbi telefonici: finisce (o quasi) il fastidio di quelle chiamate promozionali continue, soprattutto in orari in cui si vorrebbe semplicemente essere lasciati in pace.
Privacy più protetta: con meno chiamate indesiderate, il rischio di truffe o phishing telefoniche dovrebbe diminuire, rendendo il telefono un luogo più sicuro.
Liberi di scegliere: gli utenti potrebbero avere più controllo sulla loro “esperienza telefonica”, decidendo quali numeri accettare o bloccare.
C’è anche un rovescio della medaglia: cosa succederà se un numero legittimo, ma poco conosciuto, viene identificato come sospetto? Potrebbero esserci errori, e alcune chiamate importanti rischiano di non arrivare più. Inoltre, la misura apre un dibattito su chi decide cosa è “indesiderato”: sarà l’operatore? L’utente? Quale criterio sarà usato?
Infine, c’è il tema dell’equilibrio tecnologico: se da un lato si guadagna in serenità, dall’altro può diminuire la spontaneità delle comunicazioni, soprattutto per chi non ha altri canali alternativi (come email o app).
Questa misura sembra essere il primo passo verso un telefono “più intelligente”: non solo un apparecchio per parlare, ma uno strumento che decide cosa farmi sentire e quando. Se la sperimentazione avrà successo, potremmo essere di fronte a un modello destinato a diventare la norma.
Dunque, dal 19 novembre: tenete gli orecchi aperti, ma se il vostro telefono tace… forse è esattamente il segnale che volevate.
Se vuoi, posso verificare le fonti ufficiali (ministeriali o delle compagnie telefoniche) per confermare esattamente quali numeri saranno bloccati e quali no, così da rendere l’articolo ancora più attendibile. Vuoi che lo faccia?
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha adottato la delibera n. 106/25/CONS, con ulteriore provvedimento integrativo pubblicato il 6 novembre 2025.
Dal 19 novembre 2025 entra in vigore la seconda fase della normativa antifrode/antispoofing: questa volta il filtro riguarda le chiamate con CLI (identificativo del chiamante) di rete mobile italiana che in realtà provengono dall’estero o sono falsificate.
Nello specifico: le chiamate provenienti dall’estero ma che mostrano un numero mobile italiano saranno soggette a una verifica, tramite database nazionale portabilità e controllo del roaming. Se il numero non risulta “regolare”, la chiamata potrà essere bloccata.
Il blocco interessa in particolare operatori/servizi mobili che non hanno implementato le misure richieste: ad esempio i servizi “machine-to-machine” (M2M), satellitari o dedicati alla comunicazione automatica.
Non verranno bloccate tutte le chiamate commerciali: le chiamate legittime provenienti da call center nazionali con numeri mobili autentici non sono eliminate.
Il sistema agisce a livello rete/operatore, non richiede un’azione attiva da parte dell’utente (nessuna app o configurazione manuale necessaria).
Le chiamate provenienti da numeri fissi esteri o numerazioni “legali” estere che rispettano i loro regolamenti non sono pienamente bloccate: rimane una parte del fenomeno da controllare.