CRONACA - 16 novembre 2025, 18:54

Ora legale per sempre? Montecitorio apre il dossier dopo 352 mila firme

Lunedì 17 novembre approda alla Camera la richiesta di indagine conoscitiva per rendere permanente l’ora legale. Spinta da Sima, Consumerismo e dal deputato Barabotti, l’iniziativa punta a dire addio al cambio d’ora. Possibili risparmi in bolletta per 180 milioni, meno CO₂ e benefici per salute, turismo e sicurezza

Una domanda che ciclicamente divide l’opinione pubblica torna ora nei palazzi della politica: ha ancora senso cambiare l’ora due volte l’anno? La risposta, per 352 mila cittadini firmatari e per chi sostiene l’iniziativa, sembra essere un convinto "no". Lunedì 17 novembre a Montecitorio verrà illustrata la richiesta di indagine conoscitiva per accompagnare l’Italia verso un possibile addio all’ora solare e l’adozione permanente dell’ora legale.

A promuovere il dossier sono la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), Consumerismo No Profit e il deputato Andrea Barabotti (Lega), con l’obiettivo dichiarato di avviare un percorso parlamentare che potrebbe sfociare in una proposta normativa entro il 30 giugno 2026.

I promotori ricordano che l’Europa aveva già sfiorato la svolta. Nel 2018 una consultazione pubblica raccolse 4,6 milioni di risposte, con l’84% degli europei favorevole all’abolizione del cambio d’ora. Nel 2019 il Parlamento europeo votò per lasciare ai singoli Stati la decisione, ma da allora tutto è rimasto sospeso.

La nuova spinta italiana parte da alcuni numeri: 2,3 miliardi di euro risparmiati in bolletta dal 2004 al 2025, oltre 12 miliardi di kWh di energia elettrica in meno consumati, tra 160.000 e 200.000 tonnellate di CO₂ risparmiate ogni anno, l’equivalente di 2–6 milioni di nuovi alberi.

Secondo le stime di Sima e Consumerismo, mantenere l’ora legale per tutto l’anno significherebbe: 720 milioni di kWh risparmiati ogni dodici mesi, 180 milioni di euro in meno sulle bollette degli italiani.

Non solo: gli esperti segnalano ricadute positive su commercio, ristorazione e turismo, grazie a più ore di luce serale, e un possibile miglioramento della sicurezza pubblica. Sul fronte sanitario, la tesi è altrettanto netta: il passaggio all’ora solare, spiegano, influisce sulla ritmicità circadiana e altera la qualità del sonno di una parte consistente della popolazione.

Il percorso non sarà breve, ma l’apertura di Montecitorio riporta al centro un tema rimasto congelato per anni. A decidere ora saranno Parlamento e Governo, tra valutazioni economiche, energetiche e inevitabili sensibilità sociali.

Per ora resta una domanda che fa discutere, tra sostenitori e scettici: l’ora solare è destinata a tramontare?
Le lancette, stavolta, potrebbe spostarle la politica.

red