Una carta d’identità che non scade più. Un portafoglio digitale che ospiterà i nostri principali documenti. E procedure più rapide – almeno nelle intenzioni – per passaporti e identità elettroniche. Non è fantapolitica, ma l’orizzonte tracciato dal Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, che anticipa i contenuti del nuovo Decreto Semplificazioni e dà avvio a una piccola rivoluzione per milioni di cittadini italiani, soprattutto i più anziani.
La novità che più colpisce è semplice e di quelle che si raccontano facilmente: gli over 70 non dovranno più rinnovare la carta d’identità. Oggi il documento è valido dieci anni, poi va rifatto. Dal 2026, invece, raggiunta la soglia dei 70 anni, la carta non avrà più scadenza. Un alleggerimento non solo simbolico, se si considera che in Italia, al 1° gennaio 2025, gli over 65 erano circa 14,5 milioni, pari al 24,7% della popolazione. Insomma, quasi un italiano su quattro si troverà coinvolto – o avrà il genitore coinvolto – da questa novità.
Il decreto, però, non nasce solo per semplificare la vita di chi non ha più voglia di mettersi in coda allo sportello comunale. Il provvedimento si inserisce nel quadro del Regolamento europeo 1157/2019, che punta a garantire maggiore sicurezza e a favorire la diffusione della carta d’identità elettronica in tutti i Paesi membri.
E qui arriva un altro cambiamento: dal 3 agosto 2026 la carta d’identità cartacea non sarà più valida per l’espatrio. Chi vorrà uscire dall’Italia, anche solo per un weekend oltre confine, dovrà avere la CIE. Chi possiede ancora il vecchio rettangolino di carta dovrà rinnovarlo prima della scadenza se intende viaggiare. Il passaggio ai documenti digitali, inoltre, dovrà essere completato in tutta l’Unione entro il 2031: l’Italia non solo è in linea con gli obiettivi, ma è tra i primi Paesi ad aver attivato l’IT-Wallet, il portafoglio digitale che già oggi ospita tessera sanitaria, patente e carta della disabilità. Nei prossimi mesi – tra fine 2025 e inizio 2026 – arriverà anche la CIE in versione digitale, pronta per essere esibita direttamente dal telefono.
E i passaporti? Anche qui aria di cambiamento. Dal 1º dicembre 2025, non si pagherà più il tradizionale bollettino postale da 42,70 euro: il versamento andrà effettuato tramite i canali digitali e fisici messi a disposizione da Poste Italiane o tramite PagoPA. Rimane invece l’obbligo di indicare nominativo e codice fiscale del titolare del documento, anche quando il passaporto viene richiesto per un minore.
Fil rouge di tutte queste novità, almeno sulla carta, è una parola molto ripetuta e non sempre mantenuta nella macchina pubblica italiana: semplificazione. Meno code, meno scartoffie, più servizi digitali e una pubblica amministrazione più veloce. Le promesse non mancano, ma resta una domanda: gli uffici anagrafe, spesso già sopraffatti dalle richieste, riusciranno a reggere l’urto della transizione digitale? Per ora la prudenza è d’obbligo.
Quel che è certo è che questa volta la semplificazione riguarda un gesto piccolo, ma con un valore simbolico fortissimo: per molti cittadini anziani, non sarà più necessario prenotare appuntamenti, raggiungere gli uffici, portarsi documenti, pagare marche da bollo o attendere settimane. Una carta d’identità che non scade più somiglia a una restituzione di tempo e dignità. E forse è proprio da qui che la burocrazia può tornare a essere un aiuto, anziché un ostacolo.