Una giornata da pastone vero, di quelli che condensano in poche ore la dimensione più inquieta e vivace della Valle d’Aosta, dove la politica si intreccia alla giustizia e il confine tra i palazzi e le aule di tribunale diventa sottilissimo. È stato infatti depositato ieri al Tar un ricorso per chiedere l’annullamento del provvedimento di proclamazione degli eletti alle elezioni regionali del 28 settembre scorso. A firmarlo è l’avvocato Stefano Tosi, del foro di Parma, per conto di due cittadine valdostane, Monica Glassier e Sabrina Marando, entrambe note per le loro battaglie nel mondo agricolo e per aver guidato in passato la protesta dei trattori contro le politiche europee. Nessuna delle due era candidata, ma entrambe contestano la legittimità dell’applicazione della nuova legge elettorale entrata in vigore “in corsa”, cioè dopo l’apertura dei comizi elettorali. “Da parte mia e dei miei clienti ci sono parecchi dubbi sulla regolarità del procedimento – ha spiegato Tosi all’ANSA – perché la norma sopravvenuta è stata applicata quando le regole del gioco erano già fissate”. L’udienza davanti ai giudici amministrativi non è ancora stata calendarizzata, ma la vicenda, se dovesse avanzare, rischia di aprire una crepa politica profonda a poche settimane dall’insediamento del nuovo Consiglio regionale.
Nel frattempo, sul fronte penale, è slittata al 28 gennaio l’udienza preliminare per il disastroso incendio boschivo divampato tra Aymavilles e Villeneuve nel luglio 2023. Quel rogo aveva distrutto due abitazioni, danneggiato una terza e bruciato oltre 115 ettari di terreno, lasciando un segno pesante sulla valle centrale. Il rinvio è stato disposto perché uno degli avvocati difensori ha chiesto il legittimo impedimento per motivi di salute. La Procura di Aosta ha chiesto il rinvio a giudizio per Giorgio Pession, presidente e amministratore delegato di Deval, insieme a quattro funzionari della stessa società – Domenico Mileto, Luigi Traverso, Valerio Zinetti e Walter Musso – e per i vertici della compagnia elicotteristica Sky Aviation, Alessandro Penco e Cesare Sappino, oltre al pilota Christian Gagliardo e al tecnico di volo Luca Laurent. Le accuse sono pesanti: incendio colposo, inquinamento ambientale e, per la società aerea, anche inadempimento di pubbliche forniture. È uno di quei procedimenti in cui la dimensione giudiziaria si intreccia con quella economica e civile: perché dietro alle sigle e alle cariche ci sono aziende che gestiscono energia, interventi d’urgenza e sicurezza del territorio.
A rendere la giornata ancora più densa ci ha pensato la Direzione investigativa antimafia, che ha effettuato un controllo nel cantiere di Châtillon per i lavori di elettrificazione della linea ferroviaria Aosta–Ivrea. Al sopralluogo hanno partecipato polizia, carabinieri, guardia di finanza e corpo forestale della Valle d’Aosta: un dispiegamento che non passa inosservato e che conferma la volontà dello Stato di monitorare da vicino anche i cantieri più piccoli, in una regione che, pur lontana dai grandi flussi criminali, non è immune dalle infiltrazioni negli appalti pubblici. L’opera, attesa da anni e cruciale per la mobilità valdostana, resta così sotto stretta vigilanza.
Ma il vero terremoto di giornata è arrivato dal fronte contabile. La Guardia di finanza di Aosta ha notificato venticinque inviti a dedurre nell’ambito di un’indagine della Procura regionale della Corte dei conti. L’inchiesta riguarda l’attività libero professionale intramuraria (Alpi) dell’Usl e il mancato adeguamento delle tariffe per gli anni 2019, 2020 e 2021, che avrebbe prodotto un disavanzo di 1 milione 413 mila euro. Un buco che, secondo la magistratura contabile, viola il principio di pareggio imposto dalla legge, con effetti a cascata sui bilanci aziendali e, infine, su quello della Regione. Tra i destinatari degli inviti figurano l’attuale direttore generale Massimo Uberti, l’ex assessore alla Sanità Roberto Barmasse, l’ex direttore generale Angelo Pescarmona, l’ex direttore amministrativo Marco Ottonello e l’ex consigliere regionale Flavio Peinetti, tutti in ruoli diversi all’interno dei nuclei di monitoraggio Alpi. Le quote di responsabilità ipotizzate variano dal 40% per direttori generali e commissari al 15% per dirigenti e membri dei collegi di controllo. Gli interessati avranno 45 giorni per depositare le proprie difese.
Un quadro che fotografa una Valle d’Aosta sotto pressione, tra carte bollate e richiami alla trasparenza, in cui la giustizia contabile, amministrativa e penale sembra marciare a passo parallelo. E mentre la nuova legislatura regionale prova a muovere i primi passi, le cronache di questi giorni ricordano che nessuna istituzione, nessun settore e nessuna categoria possono sentirsi al riparo. In fondo, in una regione piccola come la nostra, la legalità e la fiducia si giocano proprio su queste vicende – tra un’aula del Tar, un’aula penale e un bilancio approvato in fretta.