Le retribuzioni reali sono oggi inferiori dell’8,8% rispetto a gennaio 2021. È questo il nuovo, drammatico dato diffuso dall’Istat, che conferma una situazione economica ormai insostenibile per molte famiglie italiane.
Le retribuzioni contrattuali, in termini reali, a settembre 2025 restano infatti al di sotto dell’8,8% dei livelli registrati a inizio 2021. Un ulteriore segnale delle forti difficoltà che le famiglie hanno vissuto e continuano a vivere: i redditi non crescono abbastanza, mentre i prezzi si mantengono su livelli ancora troppo elevati.
Se a questo dato aggiungiamo quanto emerso dai più recenti studi dell’Istituto di statistica, il quadro complessivo appare ancora più preoccupante, specialmente per i cittadini e i nuclei più vulnerabili. Solo poche settimane fa l’Istat rilevava che, rispetto al 2019, i prodotti alimentari costano oggi quasi un terzo in più, e che una famiglia su tre ha dovuto ridurre la spesa per il cibo.
A ciò si aggiungono le rinunce registrate dal nostro Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che denunciamo ormai da tempo: il consumo di carne e pesce è diminuito del 16,9%, con un evidente spostamento verso tagli e qualità meno costosi; cresce l’abitudine — adottata dal 51% dei cittadini — di cercare offerte, sconti e prodotti prossimi alla scadenza; aumenta infine la spesa nei discount, con un +12,1%.
Tutto questo delinea un aumento delle disuguaglianze, anche sul piano alimentare, che richiede un intervento deciso e immediato da parte del Governo. Servono provvedimenti urgenti per arginare i rincari e sostenere il potere d’acquisto delle famiglie — misure che, purtroppo, non trovano ancora spazio nella manovra in discussione.
Nel dettaglio, è urgente agire per:
Rimodulare l’Iva sui generi di largo consumo, con un risparmio stimato di oltre 516 euro annui per famiglia;
Creare un Fondo di contrasto alla povertà energetica e rafforzare le azioni contro la povertà alimentare;
Stanziare risorse adeguate per la sanità pubblica e per garantire il diritto allo studio;
Attuare una riforma fiscale equa, che sostenga davvero i redditi bassi e medi, restituendo a pensionati e lavoratori quanto pagato in eccesso a causa del fiscal drag;
Avviare controlli rigorosi per contrastare ogni fenomeno speculativo sui prezzi lungo le filiere.
Solo con misure concrete e mirate sarà possibile restituire un po’ di respiro alle famiglie italiane e ridare fiducia a un Paese sempre più provato dall’aumento del costo della vita.