Tessere e cuori politici non sempre allineati, opposizioni costruttive e ambizioni personali: il nuovo consiglio comunale di Aosta sembra un piccolo palcoscenico dove le strategie si intrecciano e le contraddizioni abbondano. Tra promesse, sorrisi e piccoli intrighi, la città osserva una politica concreta e sorprendentemente teatrale.
Se il consiglio comunale fosse un romanzo, Aosta avrebbe appena aperto il primo capitolo e già il lettore si ritroverebbe confuso tra tessere, poltrone e dichiarazioni di principio. C’è Refat “Tati” Mehmeti, 35 anni, impiegato, laureato in economia, albanese d’origine, neo eletto vice presidente dell’assemblea civica. Casacca azzurra di Forza Italia, ma cuore (e tessera) di Italia Viva: «È vero, sono iscritto a Italia Viva e mi sono candidato e sono stato eletto con Forza Italia», racconta Mehmeti con un sorriso da attore consumato. Il più votato della lista azzurra con 170 preferenze, rappresenta ora l’opposizione, ma sembra camminare sul filo tra coerenza politica e opportunità strategica.
Il suo racconto, tra pragmatismo e legami di partito, spiega come la scelta di Forza Italia sia stata una necessità elettorale, mentre la fedeltà a Italia Viva resta un legame di cuore e di ideali. «Dopo essere stato tesserato a Italia Viva, ora ho la tessera di Forza Italia perché mi riconosco nei principi e valori di questo partito, che ha creduto in me», puntualizza Mehmeti, ringraziando Emily Rini e il coordinamento regionale. Tra le righe, si percepisce un piccolo siparietto: la politica, in Valle d’Aosta, sa essere un elegante teatro di compromessi.
Dall’altro lato, Katya Foletto, consigliere di Alleanza Verdi Sinistra (Avs), che si dovrebbe dimettere per correttezza e coerenza dalla poltrona di Consigliera Regionale di Parità, si muove con lo sguardo attento e il sarcasmo leggero: opposizione costruttiva ma senza sconti. Intervenendo sugli indirizzi programmatici del sindaco Rocco, mette in luce sia le innovazioni — come la certificazione di genere — sia le lacune: mancano politiche abitative e strategie sul benessere animale, la povertà resta trascurata. La sua astensione durante la votazione non è solo un gesto tecnico, ma quasi un siparietto teatrale: «Il sindaco è riconosciuto, ma la città ha bisogno di più concretezza». Facile parlare complicato fare e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
E poi c’è Giovanni Girardini, ex candidato sindaco e ora capo dell’opposizione, che gioca tra riconoscimento istituzionale e realismo politico: «Riconosco come sindaco Rocco e come vice sindaco la signora Fadda, questa è la democrazia», dichiara, ma aggiunge subito che collaborare sarà complicato, perché i programmi sono “troppo diversi”. In aula, le alleanze con Lega e Fratelli d’Italia per i voti contrari sembrano quasi un mini drama, con sorrisi e sguardi che sanno più di strategia che di cordialità.
Al centro di tutto, il sindaco Raffaele Rocco: pragmatico, determinato e consapevole delle fratture cittadine, promette trasparenza, ascolto e un piano di lavoro concreto. «Oggi la città è divisa, e noi dobbiamo essere l’amministrazione di tutti», spiega, ricordando che il risultato elettorale ha evidenziato un distacco tra cittadini e istituzioni. Le sue parole, più che slogan, sono promesse di azione concreta: dialogo, partecipazione e misurabilità dei risultati.
A completare la scena, il presidente del consiglio comunale Samuele Tedesco, 32 anni, eletto con 19 voti su 27: chiude la seduta inaugurale, mentre dietro le quinte i consiglieri già mormorano tra un progetto e l’altro. La città osserva questo nuovo microcosmo politico: Mehmeti tra due partiti, Foletto tra critica e ironia, Girardini tra strategia e realismo, e Rocco come regista di una trama complessa, dove ogni mossa deve essere calcolata.
In questo consiglio comunale, le contraddizioni non sono anomalie: sono la norma. Poltrone e tessere si intrecciano, cuori e ideali a volte si scontrano, ma alla fine il pubblico — i cittadini — guarda, prende nota e ride a tratti. Perché la politica, a volte, somiglia più a una commedia che a un consiglio, e Aosta oggi ha deciso di recitare un copione che mescola concretezza, ironia e ambizioni personali.