È una storia che parla di amore, di famiglia e di rinascita quella di Lodovico Marchisio, 78 anni, alpinista, scrittore e uomo che non ha mai smesso di credere nella forza dei sentimenti. Dopo anni difficili segnati dal Parkinson e da un profondo dolore per la perdita dei suoi cani, nella vita di Lodovico è arrivata Cherì, una cagnolina meticcia di due anni che ha portato nuova luce nelle giornate sue e della moglie.
“Quando muore un cane – racconta Marchisio – si apre un buco nero nel cervello. Pensi che non potrai più affezionarti a un altro, che non riuscirai più a sopportare quel dolore. Così rinunci all’amore reciproco che solo un animale sa donarti.”
A cambiare le cose è stato il figlio Walter, che ha voluto fare al padre un dono speciale. Coinvolgendo tutta la famiglia, ha trovato Cherì in un canile di Tortona, dove era arrivata dopo un lungo viaggio dalla Calabria. “Mio figlio si è preso l’affido congiunto – spiega Lodovico – perché con i miei 78 anni non me l’avrebbero mai data. Ma Cherì vivrà con lui, la sua famiglia e con noi. È un dono che ci ha riacceso dentro una luce che non pensavamo più di avere.”
Cherì, con il suo muso dolce e il carattere affettuoso, è arrivata dopo un viaggio di dodici ore su un piccolo camioncino, insieme ad altri animali salvati dalla strada. Ora corre felice in casa Marchisio, portando una serenità nuova anche alla moglie di Lodovico, che in passato aveva affrontato una profonda depressione.
“In soli tre giorni da quando è con noi – confida Lodovico – mia moglie è raggiante. Dice di avere una ragione in più per vivere. È lei l’anima portante della nostra famiglia, colei che in pubblico presenta i nostri libri e con cui abbiamo scritto Guarigione d’amore. Con Cherì continuiamo quel messaggio: che donare amore, a chiunque, ti salva dall’abisso.”
Marchisio, che nella vita ha sempre difeso gli animali e promosso campagne per la loro tutela, vede in questa adozione una sorta di “seconda occasione”: per sé, per la moglie e per Cherì.
“Un cane non è solo un compagno, ma una terapia silenziosa che cura senza medicine. Mi piacerebbe poter raccontare questa storia anche di persona – dice – perché ciò che provo ora è indescrivibile. È come se la vita avesse deciso di darmi un nuovo inizio.”
Dal canile alla montagna, dalla sofferenza alla rinascita, Cherì è diventata il simbolo di un amore che guarisce, che unisce e che continua a insegnare che, anche quando sembra tutto perduto, c’è sempre un motivo per ricominciare.
Benvenuta a casa, Cherì.