C’è un’Italia che continua a pagare il caffè con le monetine, e un’altra che ormai lo “striscia” con la carta. In mezzo, c’è Aosta — piccola, compatta e organizzata — dove la rivoluzione cashless ha trovato casa dietro il bancone dei bar di Piazza Chanoux, corso Battaglione o lungo via Sant’Anselmo. Secondo l’Osservatorio Consumi Cashless di SumUp, nel 2025 il 34,2% delle transazioni digitali nel capoluogo valdostano avviene al bar. Qui il POS è diventato più indispensabile del cucchiaino nel cappuccino, e ormai il cliente medio non batte ciglio davanti al display che lampeggia: un tocco e via, con il caffè già sul tavolo.
Il valdostano, si sa, ama la praticità. Dopo aver parcheggiato in via Festaz o nel parcheggio di Sant’Orso, l’abitudine è entrare in un bar per il caffè del mattino o un brioche alla crema, strisciando la carta senza nemmeno dover contare le monetine che tintinnano in tasca. E mentre i turisti si confondono tra bancomat francesi, svizzeri e carte contactless, gli esercenti locali hanno capito che la modernità si serve calda — come un caffè all’italiana, ma con POS incorporato.
Negli ultimi mesi si è notato un vero boom nei bar storici di Aosta, da quelli di Piazza Chanoux a quelli dietro Porta Pretoria, dove il pagamento digitale ha superato il contante, soprattutto tra chi si ferma per il caffè veloce prima dell’ufficio o del mercato di Porta Praetoria. Anche nei bar di quartiere, come quelli di Via Clavalité o Saint-Martin-de-Corléans, ormai il beep del POS è più familiare del suono della moka.
Nel frattempo, in Italia quasi un pagamento su due (47%) avviene nella ristorazione: bar, ristoranti, fast food, delivery e food truck sono il terreno di conquista del digitale. È lì che si gioca la vera partita del “senza contanti”, anche perché il cliente medio preferisce pagare in silenzio col pollice invece di aspettare il cameriere col resto.
Le abitudini cambiano, e cambiano anche le mappe. Ancona domina la classifica dei pagamenti digitali in ristoranti e caffè (31,8%), Venezia vince tra i fast food (14,9%), Trieste guida i taxi (13%) e Trento fa scuola con i biglietti di cinema e concerti (10%). Poi ci sono le curiosità: a Potenza, un pagamento su dieci va ai parrucchieri.
Nel complesso, nei primi nove mesi del 2025 i pagamenti digitali sono aumentati del +27,5%, mentre lo scontrino medio cashless è sceso a 31,8 euro, segno che ormai si paga con la carta anche il panino al volo. La tendenza è chiara: più transazioni, importi più piccoli, meno contanti.
E mentre SumUp si gode la crescita — forte dei suoi quattro milioni di esercenti nel mondo e del suo nuovo “Terminal all-in-one” che fa da POS, cassa e stampante — la sensazione è che l’Italia, tra un cornetto e un aperitivo, abbia finalmente superato la paura del pagamento digitale.
Ad Aosta, la scena è semplice ma simbolica: il barista di Piazza Chanoux porge il bicchiere, il cliente avvicina la carta, il POS suona. Nessun resto, nessuna scusa, nessuna fila. Solo un “bip” discreto che sa di futuro — e di caffè fatto come si deve. Nei bar di montagna, che guardano la valle e le cime del Gran Paradiso, ormai si fa più beep che brulé: il contante è quasi una leggenda, mentre i valdostani, tra un sorso di caffè e un gesto sul POS, sembrano quasi divertirsi a gareggiare a chi paga più veloce, senza perdere un minuto di vista sulle montagne.