C’è chi parla di “burocrazia lenta e inefficiente”. Ma, almeno in questo caso, la macchina regionale ha dimostrato di saper correre — e pure veloce — contro l’evasione fiscale. La Presidenza della Regione ha reso noti i risultati delle attività di contrasto alle irregolarità sui tributi di propria competenza nel quinquennio 2021-2025.
E i numeri, per una volta, parlano chiaro: quasi 1,9 milioni di euro recuperati, frutto di 13.000 posizioni verificate su tasse automobilistiche, IRAP e imposta di trascrizione al PRA.
Un risultato che, nella selva intricata delle procedure fiscali, non è affatto scontato. La riduzione costante e progressiva delle irregolarità segnalata dagli uffici regionali testimonia infatti una strategia di contrasto finalmente strutturata, capace di unire prevenzione, controllo e collaborazione istituzionale.
Gli uffici che non dormono
Dietro le cifre, c’è il lavoro metodico e silenzioso della Struttura Finanze e Tributi del Dipartimento Bilancio, Finanze, Patrimonio e Società partecipate. Uffici spesso invisibili al grande pubblico, ma che hanno saputo trasformare l’ordinario in straordinario.
Non solo recupero massivo delle tasse automobilistiche non pagate, ma anche strumenti di ingegneria amministrativa in grado di incidere davvero sui comportamenti evasivi.
La compensazione dei debiti sui contributi regionali, per esempio, è stata una delle mosse più efficaci: una procedura che consente di scalare i debiti fiscali dai crediti vantati dai cittadini verso la Regione. In cinque anni, ha fruttato oltre 950.000 euro di incassi rapidi, senza contenziosi e con oneri ridotti.
A colpire è anche la precisione dei controlli incrociati sui beneficiari di agevolazioni ambientali. Chi ha acquistato veicoli ibridi o elettrici, ma aveva pendenze tributarie pregresse, è stato invitato a saldare il dovuto: oltre 750.000 euro richiesti, a dimostrazione che l’ecologia non può essere un alibi fiscale.
Il modello valdostano
L’azione di contrasto non si è limitata al mero recupero di somme: ha avuto anche un chiaro valore pedagogico. La collaborazione costante con Comuni, Agenzia delle Entrate, Pubblico Registro Automobilistico e Forze dell’Ordine ha creato un circuito virtuoso, che ha reso più difficile “sfuggire ai radar” del fisco regionale.
Il risultato, sottolinea la Presidenza, è una base solida da cui ripartire. Ora l’obiettivo è adeguare i metodi di controllo e prevenzione al nuovo quadro normativo, continuando a garantire equità fiscale e responsabilità collettiva.
Altro che Salvini e il governo Meloni, che sfornano condoni a gogò mentre predicano rigore e patriottismo fiscale. In Valle d’Aosta, al contrario, si lavora con serietà, si recupera quanto dovuto e si difende l’idea — tutt’altro che banale — che pagare tutti significhi vivere meglio tutti.
In un’epoca in cui l’evasione è spesso percepita come un “reato senza vittime”, la Regione Valle d’Aosta mostra che dietro ogni imposta non pagata c’è un servizio pubblico in meno, un diritto negato, una collettività penalizzata.
E, per una volta, la notizia non è che si evade.
Ma che qualcuno — negli uffici regionali — lavora davvero perché non accada.