Il centrodestra valdostano non riesce a stare fermo nemmeno per un giro di consultazioni. Appena l’Union Valdôtaine ha riaperto le porte del suo quartier generale di via de Tillier, la coalizione che si era presentata unita alle regionali si è subito trasformata in un mosaico disordinato.
Forza Italia è la prima a muoversi: delegazione autonoma, agenda propria, incontro diretto con la commissione politica dell’Uv. La parola d’ordine? “Dialogo costruttivo”. Ma in politica, si sa, il “costruttivo” spesso è sinonimo di “vediamo se ci conviene”.
La Lega Vallée d’Aoste, rappresentata da Marialice Boldi, Andrea Manfrin e Corrado Bellora, reagisce con la compostezza di chi deve fingere calma mentre il terreno scricchiola. “Il nostro programma è chiaro, lo abbiamo concordato in coalizione e restiamo fedeli a quello”, dichiara Boldi al termine dei venti minuti d’incontro con il Mouvement. Traduzione: gli altri non lo sono più.
Fratelli d’Italia, che chiuderà il giro delle consultazioni, si ritrova nel mezzo: il commissario Enzo Amich deve ancora decidere se alzare i toni o lasciar correre, ma la frattura è ormai sotto gli occhi di tutti. A completare il quadro ci sono Noi Moderati, Renaissance e Udc, riuniti per un confronto interno che ha più l’aria di un consiglio di guerra che di un coordinamento.
Il fatto è che Forza Italia sembra voler giocare una partita propria, dialogando con l’Uv e con gli Autonomisti di Centro, in un asse che — se si concretizzasse — porterebbe a una maggioranza più “moderata”, ma anche più fragile sul piano delle alleanze locali. Aosta, in particolare, rischierebbe di diventare il terreno minato dove saltano i ponti: la collaborazione con Lega e FdI in città non reggerebbe a un accordo azzurro con gli unionisti in Regione.
Intanto, da sinistra, arriva il colpo parallelo di Avs–Rete Civica. Elio Riccarand e Chiara Minelli si sono presentati al Mouvement con una lista di cinque temi “non negoziabili”: povertà sanitaria, politica energetica, ferrovia Aosta–Pré-Saint-Didier, traffico pesante di transito e il vallone di Cime Bianche. E come se non bastasse, hanno depositato un’istanza per l’annullamento del provvedimento di assegnazione dei seggi. Se il ricorso dovesse spostare anche solo un seggio, l’intero equilibrio della futura maggioranza andrebbe riscritto.
Sul tavolo dell’Union ci sono oggi tre scenari: una maggioranza a 19 con Uv e Autonomisti di Centro; un allargamento al Pd; un’apertura a Forza Italia.
Quest’ultima ipotesi, per ora, è quella che agita più acque di tutte. “Non è escluso un dialogo”, fanno sapere fonti vicine al Mouvement. E tradotto in valdostano politico, significa che qualcosa si muove davvero.
A complicare la già intricata partita, il parere “pro veritate” chiesto a Nicola Lupo, professore di diritto costituzionale alla Luiss, chiamato a chiarire i limiti di mandato per Renzo Testolin e Luigi Bertschy. Anche qui, la politica resta sospesa tra l’attesa del verdetto e la voglia di chiudere il cerchio prima di venerdì, quando il Conseil fédéral dovrà dire l’ultima parola.
E mentre gli unionisti contano i seggi, gli autonomisti di centro contano i giorni e gli azzurri contano le possibilità, una cosa è certa: il centrodestra valdostano, unito alle urne e diviso ai tavoli, è tornato al punto di partenza.
Solo che questa volta, il treno parte da Aosta–Pré-Saint-Didier, e non è detto che tutti riescano a salire a bordo.