Da oggi, 15 ottobre, si accendono ufficialmente i riscaldamenti. E con loro, si riaccendono anche le discussioni familiari: chi ha caldo, chi ha freddo, chi vuole risparmiare e chi vorrebbe vivere in un hammam. Ma al di là delle schermaglie casalinghe, l’accensione degli impianti termici è regolata per legge, con calendari e limiti precisi che cambiano da zona a zona.
La normativa di riferimento (DPR 412/1993, aggiornato dal DPR 74/2013) stabilisce quando si possono accendere i termosifoni e per quante ore al giorno. Non si tratta di burocrazia inutile: è un modo per ridurre sprechi, consumi e — almeno in teoria — anche le bollette.
L’Italia è divisa in sei zone climatiche, dalla A alla F, a seconda dei cosiddetti “gradi giorno”. Più freddo fa, più libertà si ha nel tenere accesi gli impianti.
Ecco le durate standard:
Zona A (isole e coste miti): massimo 6 ore al giorno dal 1° dicembre al 15 marzo.
Zona B: 8 ore al giorno dal 1° dicembre al 31 marzo.
Zona C: 10 ore al giorno dal 15 novembre al 31 marzo.
Zona D: 12 ore al giorno dal 1° novembre al 15 aprile.
Zona E: 14 ore al giorno dal 15 ottobre al 15 aprile.
Zona F: nessun limite, perché il freddo non chiede permesso.
Indovina un po’? La Valle d’Aosta rientra in gran parte proprio nella zona F, quella dei “fortunati” che possono accendere quando serve, senza limiti rigidi. Ma fortunati fino a un certo punto: perché se la legge non mette paletti, ci pensa la natura, con le sue temperature che da ottobre cominciano a mordere sul serio.
Qui da noi, nella Petite Patrie, il riscaldamento non è un capriccio, è una necessità. Dai 1.200 metri in su, l’autunno dura quanto una tazza di tè: dopo pochi giorni si passa direttamente al freddo vero. E anche nella plaine, tra Aosta e Pont-Saint-Martin, le notti già gelano i parabrezza.
I comuni valdostani, in gran parte, possono quindi accendere gli impianti senza restrizioni. Alcuni, come Aosta, in passato hanno introdotto calendari più contenuti per allinearsi alle raccomandazioni nazionali, ma con la clausola “di buonsenso”: se fa freddo, si accende, punto.
Per gli impianti centralizzati, resta comunque obbligatorio rispettare le temperature massime: 20 °C (con tolleranza di due gradi) negli edifici residenziali, 18 °C in quelli industriali. Non è una cattiveria dello Stato, ma un modo per limitare consumi e inquinamento.
La vera paura, però, non è tanto il freddo, quanto il conto a fine mese. Dopo i picchi degli ultimi anni, il prezzo del gas è sceso, ma resta molto variabile. Le previsioni per l’inverno 2025 indicano un leggero rialzo dei costi energetici, legato sia alle tensioni internazionali sia all’aumento della domanda stagionale.
Per chi vuole contenere la spesa, qualche trucco funziona sempre:
Pulire i termosifoni e spurare l’aria prima di accenderli.
Non coprirli con tende o mobili.
Installare valvole termostatiche per regolare stanza per stanza.
Abbassare la temperatura anche solo di un grado: può far risparmiare fino al 6% della spesa.
E per chi vuole un consiglio pratico (e ironico): meglio una maglia di lana in più che una bolletta di gas in meno.
Mentre noi valdostani possiamo già godere del tepore domestico, in gran parte d’Italia si dovrà aspettare. Le regioni del Nord come Lombardia, Piemonte e Veneto accendono oggi, 15 ottobre, mentre al Centro si parte a novembre e al Sud addirittura a dicembre.
Le differenze climatiche spiegano tutto, ma qualche sindaco ogni anno anticipa o proroga con ordinanze speciali. Insomma: il calendario è ufficiale, ma il meteo — come sempre — ha l’ultima parola.
Al di là dei numeri e dei regolamenti, ogni autunno ci ricorda che il calore non è solo quello dei termosifoni. È quello di una casa viva, di una comunità che condivide lo stesso clima, le stesse preoccupazioni e, magari, anche qualche sorriso mentre si parla di bollette.
E allora sì, da oggi si accendono i termosifoni. Ma accendiamo anche la pazienza, il buonsenso e magari un po’ di ironia: serviranno per affrontare l’inverno con lo spirito giusto.
Cinque consigli per scaldarsi senza spendere troppo
Dai una bella sfiatata ai termosifoni
Prima di accenderli davvero, apri la valvola e lascia uscire l’aria: scalderanno meglio e non faranno quel rumore da pentola a pressione.
Non coprire il calore (letteralmente)
Evita tende, copritermosifoni o mobili davanti: il calore non è timido, ma se lo blocchi non arriva dove serve.
Abbassa di un grado (ma alza la maglia)
Passare da 21 °C a 20 °C può farti risparmiare fino al 6% sulla bolletta. Una felpa in più costa meno del gas.
Chiudi dove non serve
Se non usi una stanza, chiudi la porta e riduci la temperatura: il calore, come l’attenzione, va dove è necessario.
Fai manutenzione (anche alla pazienza)
Una caldaia efficiente consuma meno e dura di più. E se ogni anno ti lamenti per il freddo, sappi che quello non lo risolve nemmeno il tecnico.