CRONACA - 11 ottobre 2025, 10:06

L'OPINIONE DI UNA LETTRICE: Bollette da fame e pensioni da miseria

Una lettrice racconta la bolletta della madre ottantacinquenne: 5 euro di consumo, 31 da pagare. Sei volte tanto. Gli “oneri di sistema” e i balzelli dello Stato divorano i pochi euro di chi ha lavorato una vita. Mentre i politici, da Roma e dintorni, continuano a promettere miracoli elettorali

Caro Direttore; lo so, non è una grande trovata, ma Le scrivo lo stesso due righe per dire ai politici, specialmente a quelli che sono venuti anche da lontano, da Roma, a prometterci riforme, fisco più leggero, aumento delle pensioni e tante altre cucche per le elezioni appena concluse, che sono sempre meno credibili. La gente è stufa di loro e non va nemmeno più a votare. Tante chiacchiere e poi... niente. Faccio un esempio sotto gli occhi di tutti. 

Arriva la bolletta dell'energia elettrica per l'abitazione di mia mamma, che ha 85 anni ed è pensionata col minimo, dopo una vita di duro lavoro agricolo. Prende circa 874 (ottocentosettantaquattro) euro al mese di pensione, reversibilità del mio povero papà compresa. La bolletta è di circa 31 euro a bimestre e varia poco nel tempo, perché la mamma passa molto tempo con noi in famiglia, ma ha la sua casa e il suo contatore luce. 

Eppure guardando bene i conteggi nella bolletta, si scopre che il consumo di elettricità è molto basso: incide per soli 5,56 euro per 33 Kwh consumati in due mesi. Come è possibile che il totale da pagare diventi 31 euro, ossia 6 volte il costo dell'energia effettivamente consumata? La spiegazione è semplice: ci sono "gli oneri di sistema", altre voci poco comprensibili e l'IVA, che pesano per altri 25 euro. E' giusto tutto questo? Per un pensionato con il minimo, 31 euro al mese incidono tanto, sono circa 400 euro all'anno. E mia mamma non capisce che non serve a niente tenere le luci poco accese e usare poco la lavatrice. 

Vorrei dire a questi politici, tramite Aostacronaca, che invece di venire a promettere aumenti delle pensioni e sparare frottole, basterebbe diminuire o azzerare gli oneri di sistema e altri balzelli nelle bollette dell'elettricità. La Valle d'Aosta non può farlo, a Roma i politici possono eccome, ma non lo fanno. Altro che aiutare le famiglie, sostenere la gente risolvendo problemi generali, semplici, pressanti. Sarebbe un beneficio immediato per tutti, specialmente per chi non è ricco e deve stare attento che i soldi bàstino per arrivare a fine mese. Con l'occasione La ringrazio e La saluto cordialmente, speriamo che chi governa ascolti e metta giudizio, perché la gente è stufa. 

Lettera firmata

Cara Lettrice, ha perfettamente ragione. 

La sua lettera è semplice, ma dice tutto. È la fotografia cruda di un Paese che non rispetta i suoi anziani, e di una Valle d’Aosta che parla tanto di autonomia, ma poi non muove un dito per chi vive con pensioni da fame.

Trentuno euro di bolletta per cinque euro di consumo: è un furto legalizzato, coperto dalla solita formula ipocrita — “oneri di sistema” — dietro cui si nasconde lo Stato, incapace di tagliare sprechi e privilegi. È assurdo pensare che una donna di 85 anni, dopo una vita di lavoro, debba ancora fare i conti con una fattura che non capisce e che le porta via una parte della pensione minima.

E non è solo questione di numeri: è questione di rispetto. Perché quando si parla di “sostenere le famiglie” o “aiutare i pensionati”, nessuno osa dire che basterebbe azzerare gli oneri ingiusti sulle bollette. Non servono tavoli tecnici, promesse elettorali o slogan: serve volontà politica.

In Valle d’Aosta, invece, il silenzio è assordante. Nessuna misura concreta per i pensionati autonomi, nessun sostegno vero a chi vive con meno di mille euro al mese. Ci si riempie la bocca di “equità sociale”, ma intanto gli anziani fanno i conti con la paura di accendere il forno o il termosifone.

Ha ragione lei: la gente è stufa. Ed è anche delusa. Perché chi dovrebbe tutelare i più fragili, troppo spesso, pensa solo a tutelare sé stesso. pi.mi.