ECONOMIA - 09 ottobre 2025, 10:35

Energia a orologeria: ogni 15 minuti cambia tutto

Dal 1° ottobre il prezzo dell’energia varia ogni quarto d’ora. Una rivoluzione che rischia di trasformare il mercato in una giungla per i consumatori, mentre il Governo approva nuove regole per la trasparenza con il decreto Market Design

Si chiama “rivoluzione del quarto d’ora”, ma per molti consumatori potrebbe somigliare più a una roulette. Dal 1° ottobre è entrato in vigore il sistema Market Time Unit (MTU), che introduce la variazione del prezzo dell’energia ogni 15 minuti.
Un cambiamento epocale, almeno sulla carta, destinato a rendere più dinamico e aderente alla domanda il mercato dell’elettricità. Ma secondo l’associazione Codici, la realtà rischia di essere ben diversa.

«Le conseguenze sono considerevoli e ci lasciano molto perplessi – osserva Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici –. Temo che questa novità provocherà ulteriore confusione in un settore già caotico. Si prospetta una giungla per il consumatore».
Il nuovo sistema, infatti, rende il mercato “più flessibile e moderno”, ma anche molto più imprevedibile: con il costo della luce che cambia quattro volte l’ora, gli utenti rischiano bollette altalenanti e rincari difficili da controllare.

Secondo Massimiliano Astarita, responsabile del settore Utility di Codici, la riforma «impone maggiore trasparenza e responsabilità alle aziende energetiche». I consumatori più attenti potrebbero trarne qualche vantaggio, ma la maggior parte rischia di subirne gli effetti senza avere strumenti di tutela adeguati.
E in effetti, senza una piattaforma accessibile e chiara che informi in tempo reale sui prezzi, la tanto sbandierata flessibilità si tradurrà solo in un vantaggio per chi vende, non per chi consuma.

A complicare il quadro è arrivata anche la decisione del Consiglio dei Ministri, che ha approvato in via preliminare il decreto legislativo di attuazione della direttiva europea Market Design.
Il testo, proposto dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, punta ad aumentare la trasparenza delle bollette, obbligando i fornitori a indicare nel dettaglio la composizione del prezzo, le offerte promozionali e i servizi aggiuntivi.
Inoltre, vieta ai gestori di modificare unilateralmente le condizioni economiche dei contratti a tariffa bloccata e a tempo determinato, che dovranno restare validi fino alla scadenza naturale.

Sulla carta, si tratta di un passo avanti importante verso la tutela dei consumatori e la chiarezza del mercato.
Nella pratica, però, resta il dubbio che un sistema sempre più complesso e tecnico finisca per penalizzare proprio i più fragili, quelli che già oggi faticano a orientarsi tra offerte, tariffe e contratti.

Codici, che da anni denuncia bollette “pazze”, modifiche unilaterali e contratti attivati senza consenso, avverte che la rivoluzione del quarto d’ora «rischia di peggiorare una situazione già precaria».
Il mercato libero, nato per aumentare la concorrenza e abbassare i costi, rischia di diventare un labirinto dove la trasparenza si perde tra i decimali e le clausole scritte in piccolo.

In tempi in cui la fiducia verso le istituzioni economiche è ai minimi, servirebbero regole semplici, comprensibili e stabili, non continue rivoluzioni.
Perché, come accade troppo spesso in Italia, anche quando il cambiamento è annunciato come “una modernizzazione”, alla fine chi ci rimette è sempre il cittadino con la bolletta in mano.

pi.mi.