ATTUALITÀ - 20 settembre 2025, 23:45

Velina Rossonera e Arcobaleno

Cronache semiserie da Palazzo regionale e non solo: indiscrezioni, frecciate e silenzi dal teatrino politico valdostano

C’era una volta un gatto che faceva la TAC al Parini perché i suoi umani sono personaggi influenti. Ora i gatti valdostani non solo vanno in ospedale ma vengono pure “cippati” gratis dall’USL. Il passaporto felino, mica roba da poco. D’altronde, in una regione dove i cittadini faticano a farsi dare un appuntamento per una visita, i mici invece vanno avanti come dei pascià: un colpetto di microchip e via, schedati meglio dei parlamentari. Il proverbio dice che “il gatto non appartiene a nessuno”, ma in Valle d’Aosta il gatto appartiene alla Regione, che gli mette pure il codice fiscale. Aspettiamoci presto i 730 precompilati anche per i persiani.

Intanto, mentre i mici diventano titolari di diritti civili e sanitari, i cristiani in carne e ossa devono lavorare fino a giugno per pagare lo Stato. Lo dice la Cgia, ma a ricordarcelo ci pensa pure Salvini che continua a fare festa con gli evasori, mentre gli onesti fanno la fila alle Poste per versare. Centocinquantasei giorni di lavoro solo per alimentare la macchina statale: praticamente in Valle, se sei agricoltore, lavori metà anno per Roma e l’altra metà per cercare di non farti rubare l’uva. E mentre Salvini brinda, i cittadini contano le scadenze fiscali come fossero rosari.

A proposito di rosari: la sicurezza è diventata la nuova religione. A Charvensod si organizzano incontri pubblici contro i furti. Sala gremita, carabinieri, forze dell’ordine e cittadini pronti a dire “qui non ci fregano più”. Poi però, quando scendi in strada, la stessa Questura ti manda il comunicato: “Non fate i giustizieri, lasciate fare a noi”. Tradotto: se vi svaligiano casa, fate finta di niente, che tanto arriviamo dopo, ma con grande professionalità. Il messaggio è chiaro: il fai da te non è ammesso, nemmeno per cambiare la lampadina.

Sul fronte politico, il teatrino regala perle. Elena Vittaz, candidata di Forza Italia alle regionali, veterinaria e imprenditrice, è finita in un pasticcio da manuale. La legge dice che non poteva candidarsi se non si dimetteva dalla Chambre entro il 25 agosto. Lei dice di essersi dimessa nei tempi, la Chambre dice di no. Chi ha ragione? Forse nessuno, forse entrambi, forse dipende dal notaio del gatto. Nel dubbio, se sarà eletta, deciderà il Consiglio Valle, lo stesso che negli ultimi anni ha dimostrato la velocità di un bradipo e la trasparenza di un bicchiere di fango.

E veniamo ai pettegolezzi elettorali, che non mancano mai. Pare che in certi partiti la lista sia stata fatta col metodo “amici degli amici”, e che qualcuno si sia trovato candidato senza nemmeno saperlo: “Mi sono svegliato consigliere” potrebbe diventare lo slogan ufficiale. Nel frattempo, gira voce che un paio di aspiranti assessori già si stiano litigando le poltrone… dimenticando che prima bisognerebbe vincere le elezioni. Ma si sa, in Valle la fantasia corre più veloce dei treni (e non è difficile, visto che i treni qui non corrono).

Chiudiamo in bellezza: mentre la politica arranca e i cittadini si arrabattano, i gatti ridono sotto i baffi con il loro microchip nuovo di zecca. Tra un po’ li vedremo candidati pure loro: eleggibili sicuramente, e con meno scheletri nell’armadio dei candidati in carne e ossa.