Vite in ascesa - 12 settembre 2025, 06:13

Punta Francesetti: tra panorami ancestrali e avventura alpina

Sopra i Glacier du Grand Méan, la Punta Francesetti offre un percorso che unisce escursionismo estremo e alpinismo facile, tra storia, ghiacciai e panorami mozzafiato

Camosci sotto la Punta Francesetti (le foto sono di Lodovico Marchisio

La Punta Francesetti, con i suoi 3.410 metri, domina i Glacier du Grand Méan e si presenta come una delle montagne più affascinanti e misteriose delle Alpi. Il versante meridionale, rivolto verso l’Italia, è costituito da una vasta e ripida parete rocciosa che incute rispetto e meraviglia: in queste zone l’aria dei pionieri alpini sembra ancora respirabile, mentre gli angoli nascosti emergono e scompaiono per un curioso gioco di luci, creando un ambiente arcano, denso di fascino e di storia.

La prima ascensione della cresta Ovest, via oggi considerata normale, è datata 21 luglio 1884, ad opera di W.A.B. Coolidge insieme a Christian Almer e al figlio. La cresta Nord-Est, sul versante italiano, sembra invece essere stata salita il 2 settembre dello stesso anno da G. Corrà e M. Ricchiardi. La parete Sud-Est, affrontata il 2 luglio 1933 da B. Boletti, M. Gatto, F. Palozzi e L. Vercelli, rappresenta una sfida alpinistica particolare, in quanto i primi salitori probabilmente non seguirono l’itinerario completo attuale, ma tratti più verso Est, tra le frastagliature della roccia.

Dal punto di partenza a L’Ecot (2.015 m), il sentiero sale a destra del parcheggio con alcuni zig-zag ben marcati, conducendo a una lunga traversata a mezza costa fino al Col des Evettes (2.651 m). Qui, svoltando a sinistra verso la salita, si raggiungono i Glacier du Grand Méan in circa 1 ora e 30 minuti. La progressione prosegue lungo un sentiero in leggera discesa verso Sud-Est, attraversando il Ruisseau de la Recula su un ponte di pietra. Superate le prime tracce poco evidenti, occorre seguire le cenge erbose e le placche rocciose, passando su terrazze e barriere pietrose che portano alla morena del ghiacciaio. In piena estate, con il ghiacciaio ridotto, è consigliabile fiancheggiare la morena laterale del Monte Séti, prestando attenzione ai blocchi instabili e ai tratti poco solidi. Una breve falda rocciosa conduce quindi al termine della traversata.

La discesa avviene lungo lo stesso itinerario, con ancora maggiore prudenza, mentre le traverse sul versante italiano – sia la cresta Nord-Est dal Colle Monfret, sia la parete Sud-Est dal bivacco Soardi – sono consigliate solo agli alpinisti esperti.

Dati tecnici: altezza 3.410 m, percorso da escursionismo estremo a alpinismo facile, durata circa 4 h 30 min (con possibilità di pernottamento al comodo Rèfuge Des Evettes), dislivello 1.395 m, difficoltà EEA/F. Materiale necessario: corda, piccozza, ramponi, secondo le condizioni del Glacier du Grand Méan; in certe annate, fiancheggiando il ghiacciaio, si può evitare di indossare i ramponi.

Accesso: Colle del Moncenisio, scendendo a Lanslevillard, quindi a destra verso Bonneval-sur-Arc e infine L’Ecot, dove lasciare l’auto. Cartografia consigliata: IGC Valli di Lanzo e Moncenisio n. 2 – 1:50.000.

La Punta Francesetti non è solo una meta alpinistica: è un luogo dove storia, avventura e paesaggio si intrecciano, dove i pionieri di fine Ottocento hanno tracciato le prime rotte, lasciando il segno su vette e pareti ancora oggi capaci di emozionare chiunque osi affrontarle.

La Punta Francesetti

red-Lodovico Marchisio