Consiglio Valle Comuni - 09 settembre 2025, 18:46

Tre preferenze o una sola? Il rebus che può far saltare le elezioni

Un ricorso accende lo scontro tra Avs-Rete civica e Regione: sul voto del 28 settembre incombe il rischio di annullamento

È un vero e proprio caso politico-giudiziario quello che si è acceso intorno alla nuova legge elettorale valdostana, quella che introduce le tre preferenze di genere al posto dell’unica. A pochi giorni dalle elezioni regionali, il ricorso presentato da Avs-Rete civica rimette tutto in discussione, chiamando in causa la giurisdizione competente e la validità stessa delle regole del voto.

Da un lato l’amministrazione regionale, assistita dal professor Marcello Cecchetti del foro di Firenze, sostiene che la partita sia di competenza del giudice amministrativo, e non di quello ordinario. “Se il Tar dovesse ritenere illegittima la legge elettorale – spiega Cecchetti – annullerebbe le elezioni e si dovrebbe tornare alle urne con le nuove regole. È una tutela piena, non dimezzata. L’interesse dei ricorrenti a bloccare le elezioni ora, con la legge precedente, non ha spazio giuridico”. In altre parole: si voti comunque il 28 settembre e, se poi il Tar dovesse dar ragione agli oppositori, si ripeta tutto. Un’ipotesi che lo stesso Cecchetti ammette, ma che non sembra preoccuparlo: sarebbe, dice, “il modo in cui il legislatore ha costruito la tutela giurisdizionale per le regionali”.

Dall’altra parte, gli avvocati Ivan Libero Nocera e Maria Cristina Carbone, coordinati dal giurista Giovanni Boggero, ribattono che si tratta di una prospettiva paradossale e dannosa. “Aspettare il voto per poi annullarlo significa creare sconquassi istituzionali, costi per la collettività e incertezza democratica – afferma Nocera –. Il principio di economicità imporrebbe di chiarire prima quali siano le regole. Altrimenti ci troveremmo con cittadini chiamati a votare con una normativa contestata e, il giorno dopo, con un ricorso che ne mina la legittimità”. Non a caso, i legali dei ricorrenti hanno depositato un parere del Consiglio di Stato che sottolinea la necessità di stabilità delle regole sin dall’inizio del procedimento elettorale: cambiare le carte in tavola dopo l’indizione delle elezioni significa compromettere il diritto di voto attivo e passivo.

Il fronte Avs-Rete civica non contesta la legge in sé, né il referendum che l’ha approvata, ma la sua applicazione immediata a elezioni già indette il 25 luglio. “Non si può cambiare la legge elettorale a partita iniziata”, ribadisce Boggero, ricordando che il ricorso è stato depositato da nove cittadini, tra cui esponenti noti della politica valdostana come Elio Riccarand e Chiara Minelli, per “garantire certezza alla comunità ed evitare l’annullamento del voto dopo il 28 settembre”.

La giudice del Tribunale di Aosta, Giulia De Luca, si è riservata la decisione, attesa nei prossimi giorni. Ma intanto la campagna elettorale si svolge in un clima sospeso, tra chi teme di votare invano e chi difende la regolarità del percorso legislativo. Sullo sfondo resta un dato politico amaro: la Valle d’Aosta si presenta alle urne nel caos giuridico e nell’incertezza istituzionale, con il rischio concreto che i cittadini vengano chiamati due volte a eleggere lo stesso Consiglio regionale.

j-p.sa.