Quando le grandi persone lasciano in eredità il vino buono della loro visione, la politica rischia sempre di trasformarlo in aceto.
Ci sono parole che, pur pronunciate con garbo e diplomazia, restano impresse perché vanno oltre il momento e scalfiscono il cuore della politica. Il saluto di commiato del sindaco di Aosta, Gianni Nuti, all’apertura della campagna elettorale appartiene a questa categoria: un discorso che, tra i sorrisi e i richiami all’ottimismo, ha infilato sassolini ben calibrati, senza mai doversi togliere le scarpe.
Nuti ha ricordato come la città sia oggi “in corsa”, e che chi verrà dovrà montare su quel cavallo senza illusioni di discontinuità gridata: «Ogni organismo vivente evolve: se no muore». Parole che segnano una differenza netta tra chi concepisce l’amministrazione come un processo paziente e chi come un palcoscenico da cui urlare slogan. È il pragmatismo, dice l’ex sindaco, che porta progresso umano, non le fumisterie dei venditori di fumo.
C’è poi la stoccata più sottile, e più vera: non si governa con la rabbia, ma con la pazienza e la dedizione. E, aggiunge Nuti, non ci si può permettere di alimentare una “narrazione grigia” che deprime e incattivisce i cittadini. Il veleno della politica, l’aceto appunto, è proprio questo: trasformare la realtà in un racconto tossico, svilente, che guasta anche ciò che di buono c’è.
Eppure, nella stessa misura, ci sono visioni che sanno mantenere il sapore del vino. Quando Nuti parla di una città bella, accogliente e ricca di opportunità così come già appare agli occhi dei turisti, indica una via semplice e potente: valorizzare ciò che funziona, curare le ferite, aggiungere bellezza e funzionalità. Non è retorica, è visione.
Il passaggio più politico, quello che resterà, è però la riflessione sul “virus del narcisismo patologico” che mina le radici della democrazia. Parole che pesano come pietre in una Valle d’Aosta dove spesso l’egotismo personale ha superato l’interesse collettivo. Qui si vede la differenza tra vino e aceto: la grande persona lascia spazio, consegna il testimone con leggerezza, crea condizioni per non essere indispensabile. La politica invece troppo spesso si fa aceto, incapace di maturare senza degenerare, di custodire senza guastare.
Il commiato di Gianni Nuti ci ricorda che la qualità del vino non dipende solo dal vignaiolo, ma anche da chi sa conservarlo e servirlo. Se la Valle d’Aosta vuole restare terra di grandi vini, deve stare attenta a non lasciarli trasformare in aceto dalla mediocrità della politica.
Il vino e l’aceto
Quand les grandes personnalités laissent en héritage le bon vin de leur vision, la politique risque de le transformer en vinaigre.
Il y a des discours qui dépassent le moment. Celui d’adieu de Gianni Nuti, maire sortant d’Aoste, en fait partie. Avec élégance et diplomatie, il a glissé quelques piques subtiles, tout en laissant transparaître sa vision : un mélange de réalisme, de pragmatisme et de passion pour sa ville.
Nuti rappelle que la ville est « en course » et que la nouvelle équipe devra monter sur le cheval en marche, sans illusions ni gesticulations bruyantes. « Tout organisme vivant évolue, sinon il meurt », dit-il. C’est ici que se mesure la différence entre le progrès réfléchi et la politique de coups de poing. Le pragmatisme, insiste-t-il, est ce qui rend l’homme plus humain, plus libre et plus responsable.
Et la plus grande leçon reste celle de la patience : on ne gouverne pas avec la colère, mais avec dévouement et constance. Alimenter une « narration grise » qui déprime et divise les citoyens, voilà le véritable poison de la politique — le vinaigre qui gâche le vin.
Pourtant, il existe des visions capables de préserver la saveur du vin. Quand Nuti parle d’une ville belle, accueillante et riche d’opportunités, il propose une voie claire : valoriser ce qui fonctionne, soigner les blessures, créer de nouvelles beautés et fonctions pour le bien collectif. Ce n’est pas de la rhétorique, c’est du politique appliqué avec intelligence.
Le passage le plus percutant ? Sa mise en garde contre le « virus du narcissisme pathologique », qui s’infiltre partout et menace la démocratie. La grande personne sait transmettre le témoin, créer les conditions pour ne pas être indispensable. La politique, trop souvent, devient vinaigre : elle corrompt, elle stérilise, elle dénature.
L’adieu de Gianni Nuti est un rappel limpide : la qualité du vin dépend autant de celui qui le cultive que de celui qui sait le conserver. Pour que la Vallée d’Aoste reste une terre de grands vins, il faudra éviter que la médiocrité transforme tout en vinaigre.