CRONACA - 19 agosto 2025, 14:58

Tra numeri e ricordi: la mia vita al casinò

Mauro Natta, esperto di gestione delle case da gioco ed ex croupier a Saint-Vincent, riflette sull’importanza del controllo e dell’analisi dei dati nel mondo del gioco d’azzardo. Dai raffronti statistici alle memorie familiari, un racconto che intreccia professione e ricordi personali, tra Sanremo e Saint-Vincent

Mauro Natta

Probabilmente ci sarà chi mi attribuisce la mania, chi mi dirà che sono un impallinato, chi ancora penserà che non sappia come passare il tempo e che mi diverta come preferisco.

Per me non è nulla di ciò: prendo l’avvio da chi vi si è dedicato da tempo, forse non col medesimo intento, in quanto dipendenti del Comune e non certamente del gestore.

Dopo aver letto e riletto il sesto articolo su Aosta Cronaca mi sento rinato, avendo constatato che il mio punto di vista sulla problematica inerente al controllo della regolarità del gioco – che maggiormente mi interessa – è condiviso da qualche esperto.

Chiaramente non mi sentivo né solo né abbandonato, però non nascondo un profondo senso di soddisfazione per ciò che ho avuto modo di interpretare negli articoli pubblicati. L’ho sempre sostenuto: la metodologia utilizzata in proprio non sarà l’unica, ma vederla abbastanza condivisa non può che essermi di conforto.

L’incidenza di un gioco sul totale dei ricavi ha una sua specifica valenza, così come quella di ciascun gioco da tavolo – non importa se di circolo o di contropartita – sul complesso di questi. Cerco sempre di determinarla seguendo il medesimo obiettivo: individuare la domanda e poter agire di conseguenza sull’offerta, individuando per quanto possibile la qualità del gioco.

Forse posso anche capire che mi si addebiti la mania di proporre il raffronto tra l’introito netto, ovvero senza le mance, e le presenze. Posso condividere l’idea che mi si ritenga pignolo oltre ogni limite, accostando statistica e altre considerazioni. Ma, non avendo a disposizione il totale del cambio assegni andato a buon fine ed altre notizie riservate, sono obbligato a utilizzare quel poco che è a mia conoscenza e che giudico utile.

Se qualcuno, come dicevo in precedenza, lo ha fatto da molti anni – mi pare dal 1986 – e continua a farlo certamente non a proprio uso e consumo ma perché ritenuto utile dall’ordinante, ci sarà un perché. Sto accennando ancora una volta a quel bellissimo lavoro fatto dal Corpo Controllori comunali al Casinò Municipale di Sanremo, se per puro caso vi fosse chi cerca di ignorarlo.

Non credo che l’incidenza dei proventi slot sul totale dei ricavi netti sia di poca efficacia nella considerazione dell’apporto in proventi aleatori dai giochi da tavolo, stante il valore del risultato riferito non tanto al costo complessivo della produzione quanto a quello del personale addetto ai giochi. Non mi pare possa negarsi il ruolo che determinate entrate rivestono nel confortare i costi.

Infatti ritengo sia indubitabile la rilevanza dei cosiddetti proventi aleatori, o accessori che dir si voglia, quale ristoro del costo degli impiegati di gioco. Non credo si possa negare il ricorso alla fair roulette in sostituzione parziale o totale della tradizionale e al punto banco al posto dello chemin de fer, non soltanto per la difficoltà di montare un tavolo senza le presenze fissate dallo specifico regolamento.

Chiaramente non mi permetto di criticare le scelte gestionali. Tengo però a sottolineare, come ho cercato sempre di narrare, che ogni investimento, prima di essere messo a terra, necessita di un accuratissimo studio sulle possibilità concrete del relativo ritorno: non potrebbe essere diversamente!

Non ritengo possa dubitarsi del fatto che una importante incidenza dei proventi slot sul totale, e dei giochi da tavolo non tradizionali o francesi sui restanti, sia un viatico per pensare a incrementare occupazione ed entrate tributarie per i concedenti, nonché proprietari delle case da gioco del Paese.

Il ritorno a tempi andati mi ha chiarito, forse, la motivazione per la quale mi trovo spesso – anche troppo – ad argomentare di controllo sulla regolarità del gioco. Non rammento con esattezza come e perché, ma il 1994, con la separazione in due distinti periodi (sino al 30 giugno e dal primo luglio a fine anno), mi ha suggerito di avere gli elementi per sperimentare quanto mi pareva logico quale particolare procedura.

Così ho raccolto i dati degli introiti, delle mance, delle slot e del totale dei ricavi netti – credo di molti giochi – ed ora mi devo impegnare a cercarli, mentre mi dedico alla pulizia di un cumulo di carte, appunti e ritagli stampa che non credo mi possano ancora servire o interessare. Bene inteso, quanto ho precedentemente descritto è per verificare se i miei ricordi sono fondati e su cosa, non ritenendo d’altra parte che possano costituire oggetto di curiosità.

Per pura combinazione ho rinvenuto quello che cercavo. Ora lo evidenzio e spero possa trovare una qualche conferma in merito all’esattezza. I dati mensili che sono in mio possesso, arrotondati, li conservo ancora e spero siano esatti.

Il primo semestre presenta: proventi roulette, compresa fair, 32.317; slot 29.726; mance roulette 17.776; totale ricavi 56.921.
Il secondo semestre, nello stesso ordine: 25.651; 34.015; 19.219; 56.489.
I totali dell’esercizio 1994 sono: introiti roulette 57.968; slot 63.740; mance roulette 36.995; totale ricavi 113.410.

Il 18 agosto 2025, alle ore 12, era programmata e si è svolta la commemorazione di Luciano Natta, direttore generale della Casinò SpA, a Saint-Vincent. Ci sono stati altri Natta nella gestione della casa da gioco, forse non noti all’attuale Amministratore unico ed altri presenti.

Emilio, mio padre, sin dall’inizio, e con lui un discreto numero di impiegati di gioco; tutti provenienti da Sanremo e precisamente dal Casinò municipale. A quel tempo era normale ascoltare discorsi in dialetto ligure. Il primo a girare la pallina, il 9 marzo del 1947, veniva da lì: Rolleri. Ma non solo lui: ad esempio Sciorato, Ricchiardi, Cantù, Paglieri, Icard, Anselmetti ed altri hanno lasciato Sanremo per lavorare alla roulette francese, al trente et quarante ed allo chemin de fer a Saint-Vincent. Allora il casinò era al Grand Hotel Billia; tra loro c’era anche mio padre, ma non se ne ricordano più.

Quando io sono entrato era ancora in uso il dialetto ligure, anche se meno di prima. A mio padre, mancato nel 1948, successe mio zio Armando, al quale era affidata la contabilità e il bilancio. Una persona tutto lavoro e passeggiate sul viale, sempre col giornale sportivo da leggere mentre aspettava di andare al lavoro. Allora si lavorava dalle 10, e il riposo era di giovedì: uno soltanto.

Poi arrivai io, Mauro, nel 1959, appena diplomato ragioniere come mio zio. Sino al 2000 ho lavorato al Casinò, svolgendo incarichi amministrativi e tecnici che mi hanno consentito una discreta conoscenza del funzionamento di una casa da gioco e delle norme che la riguardano, tanto da permettermi di scriverne ad iniziare dalla nota questione fiscale.

A Sanremo ricordo abbastanza, essendo nato nel 1941, che abitavamo in una via che iniziava dalla passeggiata a mare, dopo il casinò, in direzione Ospedaletti. Del casinò ricordo di aver toccato la statua della donna che fa le corna, allora situata all’ingresso.

A Saint-Vincent rammento i soggiorni all’hotel, mi pare si chiamasse “Cucciolo”, posizionato all’altezza della curva che immette sulla strada verso Châtillon. Ma ero ancora piccolo e forse il motivo per il quale i vecchi impiegati sono sempre stati carini nei miei confronti – durante e dopo il mio periodo da tecnico – risiede nel fatto che avevano conosciuto mio padre.

Dopo mio zio, fu la volta di mio cugino Luciano, laureato in economia a Torino, mi pare, ma non rammento quando: ero già nel reparto gioco.

Al termine di questa breve carrellata di ricordi, non volendo in alcun modo fare polemiche o altro se non una descrizione, pur ammettendo che mio padre ha operato solo ed esclusivamente per il gestore privato, Sitav SpA, e non col gestore pubblico che commemora Luciano Natta, sarei stato oltremodo sorpreso se nel discorso si fosse parlato di chi lo ha preceduto, ad esclusione dello scrivente.

Mauro Natta