L’Unione europea ha deciso: la vita dei proprietari di cani e gatti non sarà più la stessa. Le nuove normative, approvate dal Parlamento europeo e valide in tutti gli Stati membri, Italia compresa, introducono regole stringenti che riguardano non solo gli allevatori professionisti ma anche i privati cittadini. Chiunque abbia un animale domestico sarà chiamato a rispettare obblighi mai visti prima, con conseguenze dirette su milioni di famiglie.
Il cambiamento più incisivo riguarda la tracciabilità. Ogni cane e ogni gatto dovranno essere dotati di microchip e registrati in banche dati nazionali, collegate a un archivio europeo centralizzato. Nessuna scappatoia sarà più possibile: anche gli animali importati da Paesi extra Ue dovranno essere registrati almeno cinque giorni prima dell’arrivo, pena il blocco dell’ingresso. Per i gatti è previsto persino un sistema di tracciamento supplementare ancora in via di definizione.
Le restrizioni non si fermano qui. Per la prima volta, l’Europa interviene a gamba tesa sugli allevamenti amatoriali, imponendo divieti che faranno discutere: niente più accoppiamenti tra animali strettamente imparentati, stop alla selezione di razze con caratteristiche dannose per la loro salute, e divieto assoluto di presentare alle mostre o alle competizioni animali mutilati o con problemi congeniti.
Un’altra misura destinata a scatenare polemiche è il divieto di vendere cani e gatti nei negozi. L’obiettivo dichiarato è quello di scoraggiare gli acquisti d’impulso e arginare l’allevamento intensivo poco controllato, ma per commercianti e allevatori la stretta rappresenterà un colpo durissimo.
Nemmeno i cuccioli sfuggono alle nuove regole: dovranno restare con la madre almeno due mesi prima di poter essere ceduti e le femmine avranno intervalli di gravidanza più lunghi, con la promessa di una maggiore tutela della loro salute.
Il Parlamento europeo ha giustificato queste misure parlando di un mercato nero stimato in oltre 1,3 miliardi di euro l’anno, ma l’impatto reale si misurerà sulle famiglie. In Europa si contano 72 milioni di cani e 83 milioni di gatti: numeri che fanno tremare, perché ogni proprietario dovrà adeguarsi. L’Italia, già impegnata sul fronte del commercio illegale con un proprio ddl, dovrà adesso fare i conti con una sfida enorme di controlli e applicazione.
Cinque anni di tempo per mettersi in regola: sembra tanto, ma per milioni di cittadini europei – e italiani in particolare – l’orologio ha già iniziato a ticchettare.