AGGIORNAMENTO ORE 22
Incendio a Saint-Denis, evacuate tre abitazioni: notte di paura in località Polalonge
Proseguono senza sosta le operazioni di spegnimento dell’incendio divampato nel pomeriggio in località Polalonge, nel comune di Saint-Denis. Le fiamme, spinte dal vento, hanno reso necessaria l’evacuazione degli abitanti di tre case, mentre il fronte del fuoco continua a preoccupare per la sua estensione e la vicinanza alle zone abitate.
Sul posto sono schierati vari distaccamenti del Corpo valdostano dei Vigili del fuoco, professionisti e volontari, insieme agli uomini della Forestale che presidiano l’intero territorio circostante. A coordinare l’intervento operano due direttori delle operazioni di spegnimento del Corpo forestale valdostano, costantemente in collegamento con la Centrale unica di soccorso, dove segue le evoluzioni anche il Capo della Protezione civile Valerio Segor. Presenti anche i carabinieri, impegnati nelle attività di sicurezza e di supporto alla popolazione.
Tre elicotteri hanno continuato per tutto il pomeriggio a riversare acqua dall’alto, ma dovranno fermarsi con il calare del buio, lasciando il compito ai mezzi da terra di contenere il fronte.
Imponente lo schieramento di squadre richiamate da tutta la Valle: in campo i volontari di Torgnon, Antey, Pontey, Châtillon, Chambave, Verrayes, Saint-Denis, Valtournenche, Donnas, Etroubles, Pré-Saint-Didier, Issogne, Allein e Saint-Rhémy, in una lunga catena umana che testimonia quanto il rogo sia vasto e complesso da domare.
Una notte di attesa e di timore, dunque, con il bosco che continua a bruciare e la comunità che guarda alle fiamme con la speranza che l’alba porti notizie migliori.
Le fiamme, divampate poco dopo le 16.30 in località Polalonge, hanno trovato subito un alleato pericoloso: il vento che soffia verso l’abitato. In pochi minuti il bosco si è trasformato in un inferno di scintille e rami incandescenti, un fronte di fuoco che si allunga minaccioso in direzione di Verrayes, lambendo alcune abitazioni.
La strada regionale 12 è stata chiusa al traffico, come in un copione che nessuno avrebbe voluto recitare. Dall’alto tre elicotteri si alternano senza sosta, pescando acqua da una vasca a monte e scaricandola in cascate improvvise sulle lingue di fuoco. Ma il vento, dispettoso e imprevedibile, vanifica molti degli sforzi: ogni colpo di pala, ogni getto d’acqua sembra spegnere un focolaio solo per vederne nascere altri due poco più in là.
Sul posto si muovono come formiche decine di uomini e donne in divisa: Vigili del fuoco professionisti, volontari, carabinieri, forestali. Tutti con il volto segnato dal fumo, tutti consapevoli che basta un cambiamento di direzione del vento perché il fuoco scavalchi la linea di contenimento e raggiunga le case. Per ora, fortunatamente, non ci sono persone coinvolte, ma l’allarme è alto e la tensione palpabile.
foto Rava
«Siamo tutti al lavoro affinché la situazione possa risolversi il prima possibile», conferma con voce ferma ma preoccupata il sindaco Guido Théodule. Una frase che suona come un impegno ma anche come una speranza, perché nessuno, nemmeno gli uomini più esperti di fiamme e boschi, osa fare previsioni quando il vento è il regista invisibile.
La scena, vista da lontano, ha i contorni di un film apocalittico: colonne di fumo nero che si innalzano fino al cielo, il ronzio degli elicotteri che si confonde con lo scoppiettare dei tronchi in fiamme, i lampeggianti blu che tagliano la penombra del crepuscolo. Chi osserva da Verrayes o dalla valle sottostante vede il bosco trasformarsi in un braciere, sente il calore che arriva a distanza e si chiede fin dove arriverà la corsa del fuoco.
Un incendio vasto, difficile, che mette in ginocchio non solo gli alberi ma anche la comunità, costretta a fare i conti con la fragilità di un territorio che basta una scintilla per incendiare. A Saint-Denis, oggi, la montagna brucia e nessuno ha voglia di abbassare la guardia.