ECONOMIA - 16 agosto 2025, 11:30

Valle d’Aosta, turismo in crescita ma i valdostani pagano il prezzo del caro-vita

Le presenze turistiche in Valle d’Aosta hanno registrato un nuovo record nell’estate 2025

Gli arrivi crescono, i grandi eventi sportivi e culturali portano movimento, e le valli si riempiono di visitatori italiani e stranieri. Il settore turistico, da sempre motore dell’economia valdostana, sembra vivere una stagione d’oro. Ma dietro questa immagine da cartolina emergono crepe profonde, che parlano di caro-vita, precarietà e squilibri sociali.

“Stiamo lavorando tantissimo, ma i guadagni non restano qui” racconta un ristoratore di Courmayeur. I prezzi di energia, affitti e forniture hanno superato il 10% di aumento medio in due anni, un dato che pone la Valle al di sopra della media nazionale. Il risultato è che le famiglie residenti si trovano strette tra il costo crescente dei beni di prima necessità e stipendi che restano fermi.

Aosta e i centri turistici soffrono poi di un fenomeno ormai sotto gli occhi di tutti: la diffusione degli affitti brevi. Sempre più appartamenti vengono sottratti al mercato residenziale per essere messi su piattaforme turistiche. “Per un giovane è impossibile trovare casa” spiega una studentessa dell’Università della Valle d’Aosta. “Gli affitti a lungo termine costano come un mutuo, e spesso non si trovano neanche”.

Il paradosso valdostano è tutto qui: una regione che accoglie turisti da ogni parte del mondo ma fatica a garantire condizioni dignitose ai propri abitanti. Da un lato le amministrazioni celebrano i numeri da record delle presenze; dall’altro i valdostani fanno i conti con l’erosione del potere d’acquisto, l’assenza di politiche salariali adeguate e una fiscalità che non compensa il peso della vita in montagna.

Le imprese turistiche traggono beneficio dall’afflusso di visitatori, ma spesso a costo di contratti stagionali e lavoro intermittente. Anche i dati dell’Osservatorio regionale del lavoro confermano che la stabilità occupazionale resta una chimera: il 70% dei nuovi contratti nel settore turistico dura meno di sei mesi.

Se la Valle d’Aosta vuole crescere davvero, l’economia dovrà smettere di essere solo cartolina turistica e iniziare a diventare sostenibile per chi qui vive tutto l’anno. Senza un patto sociale che difenda redditi, case e servizi, il rischio è che la regione diventi vetrina di lusso per chi viene, ma terreno sempre più difficile per chi resta.

«La prospérité ne se mesure pas seulement au nombre de touristes, mais à la dignité de vie de ceux qui habitent ce territoire.»

je.fe.