ATTUALITÀ - 05 agosto 2025, 20:41

Madonna delle Nevi, il candore della fede sulle vette valdostane

Ogni 5 e 6 agosto, la Valle d’Aosta si raccoglie intorno al culto della Madonna delle Nevi, un'antica devozione alpina che unisce pellegrinaggi, messe in quota, canti e memoria collettiva. Dai grandi santuari ai piccoli oratori di frazione, il bianco manto della Vergine diventa simbolo di protezione, comunità e radici profonde. Un viaggio tra fede, cultura e racconti di montagna.

La santa Maadonna delle nevi a Fonteinte Grand-Saint-Bernard

Nella nostra Petite Patrie, agosto non è solo tempo di escursioni e sagre: il 5 e 6 agosto, sotto il sole d’estate o nel silenzio dei nevai eterni, la comunità valdostana si ritrova spiritualmente unita nel culto della Madonna delle Nevi. Una tradizione antichissima che, nonostante i cambiamenti sociali e lo svuotamento di tanti villaggi d’alta quota, resiste e anzi si rinnova, tra antichi santuari e nuove devozioni. Un ponte tra cielo e terra, tra i ghiacciai che brillano al sole e le generazioni che da secoli affidano alla Madonna la propria vita, le fatiche e le speranze.

Il culto affonda le sue radici in una leggenda romana: nella notte tra il 4 e il 5 agosto dell’anno 352 d.C., la Vergine apparve in sogno a un patrizio e a papa Liberio chiedendo di costruire una chiesa nel punto esatto in cui, il mattino seguente, sarebbe nevicato. E così fu: sul colle Esquilino, a Roma, nacque la basilica di Santa Maria Maggiore. Ma il miracolo della neve in piena estate ha trovato un’eco speciale tra le Alpi, dove la neve è vita e morte, sacralità e destino, e dove il candore mariano ha trovato terreno fertile tra pastori, contadini e alpinisti.

In Valle d’Aosta, il 6 agosto si moltiplicano le celebrazioni religiose, spesso in quota, raggiunte a piedi in cortei silenziosi o processioni festose. Uno dei luoghi simbolo è senza dubbio il santuario di Barmasc, sopra Ayas, dove la chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi domina la vallata ai piedi del Monte Rosa. Ogni anno, la comunità si ritrova lì per la messa, circondata dai pascoli e dalle cime, in un’atmosfera che sa di ritorno, di memoria e di radici. I pellegrini giungono a piedi, molti scalzi, come ex voto o gesto di penitenza, e portano con sé piccoli oggetti da benedire: campanacci, crocifissi, amuleti, fotografie dei propri cari.

Ma non c’è solo Barmasc. Il culto si estende da nord a sud della Regione, in un mosaico di storie locali. A Valgrisenche, il piccolo oratorio dedicato alla Madonna delle Nevi si raggiunge con una camminata tra i larici, e lì, dopo la messa, si canta in patois e si condivide il pane nero. A Emarèse, nel santuario di Saint-Gilles, la celebrazione si colora di canti antichi e sapori ritrovati. A Saint-Christophe, l’alpeggio di Viou accoglie ogni anno una messa mariana, con i bambini che recitano il Rosario mentre le nonne sferruzzano ai margini del prato. E poi ancora Torgnon, Valtournenche, Rhêmes-Saint-Georges, ognuna con la sua storia, la sua cappella, la sua gente.

Un aneddoto poco noto riguarda la Madonna delle Nevi di Cogne, un piccolo altare rupestre poco sopra Gimillan, dove i minatori dell’ex villaggio di Colonna si fermavano a pregare prima di affrontare le gallerie del ferro. Si racconta che, durante una tormenta improvvisa, alcuni uomini si rifugiarono lì, invocando la Vergine. Sopravvissero tutti, e da allora ogni 6 agosto una candela viene accesa tra le rocce, in ricordo di quella notte.

In molte comunità, la festa si conclude con la distribuzione del pane benedetto, spesso cotto secondo antiche ricette e tagliato a croce. In alcuni villaggi si conserva l’usanza di gettare petali di fiori o farina bianca durante la processione, a simulare la neve miracolosa.

Quella della Madonna delle Nevi è una devozione che parla un linguaggio antico, ma che ancora oggi unisce generazioni, rievoca identità e racconta l’anima di una regione sospesa tra l’alto e il profondo. Non è solo religione, è comunità vissuta, è cultura alpina, è memoria condivisa.

E in un tempo in cui le montagne sembrano sempre più sfide da conquistare e meno luoghi da abitare spiritualmente, la candida figura della Madonna delle Nevi continua a indicarci un sentiero diverso: quello della cura, del rispetto e dell'appartenenza. Un sentiero che, almeno il 6 agosto, tutta la Valle d’Aosta continua a percorrere insieme.

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