ATTUALITÀ - 02 agosto 2025, 23:45

Velina Rossonera e Arcobaleno

Cronache semiserie da Palazzo regionale e non solo: indiscrezioni, frecciate e silenzi dal teatrino politico valdostano da mettere in ridicolo

C’è un posto in rue De Tillier dove le betoneghe trovano finalmente pace: La Cave. Ma non una grotta buia e umida, no no. È una caverna dell’anima, un rifugio per orecchie affaticate dal bla bla istituzionale, un’oasi acustica tra una flute di vino e una battutaccia sugli assessori. Riaperta da circa un annetto, La Cave è riuscita in un’impresa titanica: riportare un po’ di genuina valdostanité nel cuore di Aosta, senza scadere nella folclorizzazione da brochure turistica. Un po’ bar, un po’ agorà. Più che cave, pare una ca’ ve trovi quello che ti serve: festa, cultura, dialetto, artisti veri e soprattutto politica a bassa voce, che poi quando si scaldano diventano comizi da sottoscala.

Dalla Coumba alla Bassa Valle, passando per quelli che parlano solo italiano ma ci mettono passione, si discute. Di tutto. Ma ultimamente… soprattutto di referendum e di campagne elettorali. Le betoneghe hanno le antenne dritte, e tra un calice e un orecchio teso, ci è arrivata una chicca mica da ridere. 

Pare che proprio alla Cave, dove la politique scorre leggera come il Petite Arvine, sia strisciata una notizia col botto: Josette Borre, la nostra vicesindaca multata (anzi, multante), sarà candidata alle regionali! Lascia il Comune senza manco salutare con due righe ai cittadini e con una lunga coda di verbali impazziti dietro di sé. I poveri aostani, sempre più sanzionati e sempre meno informati, ora vagano smarriti in cerca di un verbale che devono “scaricarsi da soli” online, come se avessero fatto un master in codici QR.

Il Difensore civico? Ah, quello pare in modalità vacanze romane, difende più i principi generali che i cittadini concreti, e intanto le multe fioccano. Ma c'è di più! Le associazioni dei consumatori, indispettite come una betonegha davanti a un Prosecco sgasato, hanno emesso un comunicato che è un gioiello di satira involontaria. Riunione convocata dal Comune per “fare chiarezza” sul disastro SEND-PagoPA, e chi si presenta? Nessun politico. Forse erano in gita a Pila, o semplicemente in modalità ghosting. Solo i tecnici, poveri cristi che manco potevano prendere posizione. Risultato? Un buco nell’acqua, una riunione che più che incontro pareva un tentativo di seduta spiritica. E infatti: “Ci siete?”… silenzio. La scorrettezza istituzionale è ormai una cifra stilistica. Un Comune che convoca e poi si eclissa come nei peggiori appuntamenti Tinder.

Ma non è finita. Sempre alla Cave – che ormai è la nuova sala stampa regionale – si vocifera che la scelta di Josette per la Regione non sia così improvvisa: troppo stress, troppi cittadini alla porta a chiedere lumi sulle multe, e allora... fuggi fuggi generale! Tanto in Regione ci si stressa di meno, si sa.

Intanto a Cervinia, dove la neve d’estate manca ma le valanghe non mancano mai, ce n’è stata una di parole. Alla partita di golf tra amministrazione e popolazione, pare siano volate urla, minacce e forse anche qualche bicchiere di troppo. La perla? La moglie di un qualcuno, visibilmente idratata, che ha zittito con garbo (si fa per dire) dei nuovi imprenditori locali con un elegantissimo: “Qui non contate nulla”. Il tutto davanti a persone, che saranno rimasti basiti come turisti giapponesi alla prima fondu. Benvenuti a Cervinia: dove lo sci è estremo e anche i comizi.

E mentre Cogne denuncia la scomparsa di gatti – quindici felini spariti tra Sonveulla e Lillaz, cinque denunce ai carabinieri, sospetto avvelenamento – la politica felina aostana si muove sottotraccia. Claudio Calì è ormai fuori dalla corsa per la fusciacca del sindaco, e nel trio UV-PD-Autonomisti di centro (una combo più complicata del cubo di Rubik), l’unica cosa certa è che Raffaele Rocco sarà il candidato sindaco. Ma sul vice è rissa aperta: Titti Forcellati vs. Alder Tonino, con il Pd che rischia una nuova scissione, perché sennò che gusto c’è? Intanto, a destra, il nome di Gilardini non scalda i cuori, e serpeggia una pazza idea: Zucchi presidente della Regione. Una boutade? Un ballon d’essai? Una sbronza di metà estate? Boh. Ma se succede davvero, crollano più alleanze che castelli di sabbia.

E mentre noi si ride e si spettegola, ricordiamoci le parole del mitico Enrico Thiébat: “On travaille pour répérer les prochains politichiens”. Alla Cave, ovviamente. Cin cin.

La Cave: nel cuore di Aosta, un laboratorio valdostano

Rue de Tillier, cuore pulsante del centro storico di Aosta. Da quasi un anno, La Cave ha riaperto le sue porte e, con una nuova gestione, ha saputo restituire al locale un’anima profondamente valdostana. Non è solo un bar: è diventato un piccolo crocevia di comunità, un luogo dove si incontrano generazioni, dialetti, storie e speranze.

Dalla Coumba Freida alla Val Digne, passando per la Bassa Valle fino alla città, ci si ritrova per caso e per affinità, come dice il proverbio francese: qui se ressemble s’assemble. Una birra, un bicchiere di rosso locale, un assaggio di formaggio, e si parla, si ride, si discute. A volte si canta. A volte si complotta.

Già, perché in questo tempo sospeso di referendum ed elezioni, La Cave ha assunto anche un ruolo... strategico. Dietro il bancone si versano calici, ma ai tavoli si versano analisi, ipotesi, numeri, e qualche volta anche lacrime politiche. Non è raro, in questi giorni, imbattersi in gruppetti di autonomisti, unionisti, ex unionisti, neo-unionisti o futuri ex. C’è chi prova a ricucire, chi si sfila, chi prende appunti mentali in vista della campagne électorale, chi si prepara a chercher des voix e chi, più semplicemente, cerca solo una buona Duchesse fredda.

Il locale è diventato un microclima politico-culturale, dove il chiacchiericcio da bistrot si fonde con le voci della piazza. Piccoli eventi culturali con artisti locali, presentazioni, un po’ di festa, un po’ di nostalgia, e quella tipica convivialità valdostana che, nonostante tutto, resiste.

Come direbbe il buon Enrico Thiébat, che ogni tanto fa capolino con la sua proverbiale ironia:

«On travaille pour répérer les prochains politichiens!»

Una frase che, detta in certe compagnie, potrebbe anche sembrare una minaccia.

Ma La Cave, per ora, resta soprattutto un luogo dove la politica si umanizza: senza microfoni, senza giacche blu e cravatte inamidata, ma con la semplicità di una chiacchierata tra chi ancora crede che la Valle d’Aosta meriti tempo, ascolto, e magari una campagna elettorale un po’ più vera. 

Firmato: Le Sentinelle del Tombino – alias Le Betoneghe