Nel Palazzo regionale di Aosta si è parlato di futuro, ma con i piedi ben piantati nel presente. Il convegno “On the future of clinical genomics in Italy: from 5000 to one million genomes” ha segnato non solo la chiusura del progetto 5000genomi@VdA, ma anche l’inizio ufficiale di una nuova stagione per il Centro IIT in Valle d’Aosta. Dal 1° settembre, infatti, il centro cambierà nome: si chiamerà Center for Clinical and Computational Genomics (C3G), divenendo il dodicesimo polo della rete nazionale dell’Istituto Italiano di Tecnologia.
Un cambio di denominazione che non è solo formale. Il C3G si prepara a entrare stabilmente in una rete scientifica internazionale, con progetti che spaziano dalle malattie neurodegenerative ai tumori, passando per le più raffinate tecniche di analisi genetica e medicina personalizzata. Il convegno ha riunito figure di primo piano nel panorama italiano della genomica, segnando una forte legittimazione del ruolo strategico del centro aostano. Sul palco, accanto ai rappresentanti dell’amministrazione regionale e della sanità valdostana, anche scienziati dell’IIT come Giorgio Metta, Stefano Gustincich e Andrea Cavalli, oltre ad autorevoli ospiti da centri universitari e di ricerca di tutto il Paese.
Nel corso della giornata si è anche celebrata la carriera del prof. Antonio Amoroso, figura storica della genetica clinica italiana, direttore tecnico del centro IIT e già responsabile dei trapianti all’AOU Città della Salute di Torino. Una sessione intensa e partecipata, con interventi di colleghi di lungo corso come Silvia Deaglio, Lucio Luzzatto e Claudio Santoro, che hanno ripercorso tappe di una vita spesa fra ricerca genetica, medicina dei trapianti e formazione.
Non sono mancati annunci importanti sul futuro della ricerca in Valle d’Aosta. Engineering, partner del progetto 5000genomi@VdA, ha ottenuto un finanziamento europeo nell’ambito dell’IPCEI Tech4Cure per lo sviluppo di un ecosistema digitale al servizio della medicina di precisione. Proprio il C3G di Aosta sarà tra i protagonisti di questo nuovo capitolo, sviluppando strumenti bioinformatici avanzati, integrabili nei sistemi clinici, per agevolare diagnosi e trattamenti basati sull’analisi genomica.
Il progetto 5000genomi@VdA, partito nel 2019, ha saputo far dialogare mondi diversi: la ricerca, la clinica, l’industria tecnologica, l’alta formazione. Coinvolgendo realtà come l’Università della Valle d’Aosta, l’osservatorio astronomico regionale, la Città della Salute di Torino e la società GenomSys, ha gettato le basi per fare della nostra regione un piccolo ma significativo nodo in una rete globale della conoscenza.
Dalla linea oncogenomica presentata da Charlotte Ng e Manuela Vecchi alla visione di una sanità sempre più predittiva e personalizzata, il messaggio è chiaro: la Valle d’Aosta può fare la sua parte nella grande rivoluzione della medicina del XXI secolo.
Una rivoluzione che, oltre alle competenze scientifiche, ha bisogno di visione politica, di investimento pubblico e di coraggio istituzionale. Perché le scoperte genetiche non restino chiuse nei laboratori, ma diventino patrimonio collettivo, utile alla salute dei cittadini e al progresso della comunità.
«L’avenir de la médecine est écrit dans nos gènes, mais c’est à nous de lui donner un sens humain et solidaire.»