Nella nota diramata da Melograno si sottolinea che il subentro gestionale è avvenuto nel pieno rispetto del capitolato di gara, con l’introduzione di un regolamento validato dalla Regione, l’avvio di percorsi formativi per i volontari e l’implementazione di nuove prassi organizzative, tra cui la doppia somministrazione giornaliera di cibo agli animali e la regolazione degli accessi attraverso criteri di sicurezza, privacy e benessere animale. I nuovi gestori hanno inoltre rivendicato la continuità della presenza volontaria, parlando di una media di 25 persone al giorno, e segnalato un calo degli ospiti a 51 cani, rispetto alla media precedente di 65-70. Dato, quest’ultimo, presentato come indice di maggiore efficacia nella gestione delle adozioni.
AVAPA, tuttavia, smentisce radicalmente alcune delle affermazioni contenute nella nota della cooperativa, rivendicando il diritto alla verità e alla trasparenza, in nome del proprio impegno ultradecennale e del legame stretto con la cittadinanza. Innanzitutto, contesta la narrazione secondo cui la continuità dell’azione volontaria dopo il 1° luglio sarebbe il frutto di una condivisione organizzativa con i nuovi gestori. Al contrario, AVAPA precisa che i volontari hanno ricevuto solo nel tardo pomeriggio del 30 giugno, a poche ore dal passaggio di consegne, il regolamento e gli orari di accesso, scegliendo comunque di proseguire le attività “a testa bassa” per senso di responsabilità verso gli animali, e non certo per adesione alle nuove disposizioni. Il rispetto delle regole – sottolineano – non va scambiato con il consenso.
Altro punto critico riguarda la gestione dei pasti. AVAPA contesta apertamente l’affermazione secondo cui la doppia somministrazione di cibo sarebbe un miglioramento rispetto al passato, chiarendo che anche durante la loro gestione i pasti erano distribuiti due volte al giorno, sia ai cani che ai gatti. Anzi, l’associazione solleva un interrogativo serio sull’assenza di operatori dopo le 13:00: come viene garantita la seconda somministrazione ai gatti? E per gli animali con alimentazione specifica o monitorata, chi se ne occupa nel pomeriggio e in serata? Su questo, dicono, regna l’opacità.
Sul fronte delle adozioni, AVAPA contesta il tentativo, definito “strumentale”, di attribuire alla nuova gestione i risultati ottenuti nelle prime settimane di luglio. Ricordano che quei percorsi erano stati avviati mesi prima, con incontri preliminari, preaffidi e accompagnamenti familiari tutti curati da AVAPA. Per correttezza e rispetto del lavoro svolto, l’associazione chiede che vengano resi pubblici i dati ufficiali relativi: quanti cani erano fisicamente presenti nella struttura al 1° luglio 2025? E quante adozioni avviate da AVAPA sono state finalizzate nelle settimane successive? La trasparenza, ribadiscono, non può essere selettiva.
Infine, AVAPA invita a non confondere la gestione pubblica della struttura con la negazione del ruolo delle associazioni: “Il canile e gattile non è proprietà di nessuno – scrivono – ma appartiene alla collettività. Non basta rivendicare l’approvazione di un regolamento o l’organizzazione di corsi per cancellare con un colpo di spugna il patrimonio di esperienza, relazioni e conoscenze costruito in oltre vent’anni”.
In attesa di risposte puntuali e documentate, il confronto resta aperto. Con un nodo fondamentale: il benessere degli animali non è una bandiera da sventolare nelle comunicazioni ufficiali, ma un impegno quotidiano che si misura nella coerenza tra le parole e i fatti.