Il bene comune - 25 luglio 2025, 13:39

La Valle d’Aosta c’è: giovani attivisti per i diritti umani alla Summer School Scudi

La partecipazione valdostana alla “Scuola di diritti umani: il contenzioso strategico per la tutela dei diritti dei migranti” conferma l’impegno della Regione nella formazione di giovani difensori dei diritti fondamentali. Una settimana di studio, confronto e azione per creare una rete nazionale contro discriminazioni e disuguaglianze.

Beatrice Somaglia, Responsabile rete "Giovani, studio-lavoro" di CA VdA, rappresenta la Valle d'Aosta seconda in basso da destra

In un’epoca in cui i diritti umani vengono messi costantemente in discussione, la Summer School Scudi rappresenta un presidio prezioso per formare giovani attivisti capaci di difendere i principi fondamentali della dignità, dell’uguaglianza e della non discriminazione. La “Scuola di diritti umani: il contenzioso strategico per la tutela dei diritti dei migranti”, che si è svolta dal 14 al 20 luglio ad Allumiere (RM), ha visto la partecipazione attiva anche della Valle d’Aosta, attraverso la presenza di Beatrice Somaglia, responsabile della rete “Giovani, studio-lavoro” di Cittadinanzattiva VdA.

Il progetto SCUDI è promosso da Cittadinanzattiva APS in collaborazione con la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD), con il sostegno del Citizens, Equality, Rights and Values Programme dell’Unione Europea. L’obiettivo della Summer School è stato chiaro: formare giovani under 35 – attivisti, operatori legali, avvocati – capaci di diventare vere e proprie sentinelle dei diritti, impegnate nella tutela delle persone migranti e con background migratorio.

La formazione è avvenuta in modalità laboratoriale, attraverso l’analisi di casi concreti, lo scambio di esperienze personali e la costruzione di una rete operativa tra i partecipanti. Non solo teoria, quindi, ma uno spazio vivo di confronto, ascolto e azione. I partecipanti, selezionati da tutta Italia, hanno affrontato tematiche cruciali: diritto di cittadinanza, protezione internazionale, detenzione amministrativa, accesso alla giustizia. Interventi qualificati, come quelli degli avvocati Gennaro Santoro, Federica Remiddi, Paolo Oddi e Arturo Salerni, si sono intrecciati alle testimonianze di attivisti e professionisti sul campo, da Sea Watch ad Antigone, dal CIR ai centri di accoglienza.

Nella giornata inaugurale sono intervenute Serena Ianniello, rappresentante della Commissione Europea, Valentina Muglia di CILD e Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, che hanno ribadito la centralità dell’impegno civile: “abbiamo strumenti forti, come il diritto e la solidarietà, e si può quindi costruire giustizia in un’epoca critica come la nostra”, ha sottolineato Ianniello. Mandorino ha rimarcato come il contenzioso strategico possa trasformare un singolo caso in leva di cambiamento collettivo.

Alla fine della settimana, ogni partecipante ha lasciato una traccia scritta del proprio percorso: parole sincere, piene di emozione e consapevolezza. “La consapevolezza che il cambiamento parte da noi, ecco cosa porto a casa!” scrive una partecipante. “Fuori di qui ho imparato ad alienarmi, qui ho capito che nella navicella non sono sola”, aggiunge un altro. Frasi che restituiscono l’intensità del percorso vissuto e il senso di comunità generato in pochi giorni.

Durante l’ultimo incontro, sono state elaborate Linee guida condivise: l’avvio di una rete nazionale giovanile impegnata nel contrasto alla discriminazione attraverso strumenti concreti come la mappatura territoriale delle criticità, una cartella Drive condivisa per raccogliere esperienze e contenuti, e incontri periodici – sia online che in presenza – per mantenere viva la connessione. Un network che valorizzi le competenze di ciascuno e faccia della sinergia del bene il proprio motore.

La presenza della Valle d’Aosta, con Beatrice Somaglia, è stata particolarmente significativa. A rimarcarlo è Maria Grazia Vacchina, segretaria regionale di Cittadinanzattiva VdA: “Lo Stato di diritto conviene a tutti, è l’unica garanzia per la pace sociale, cui tutti aneliamo: grazie ai nostri giovani! Se parte da loro, la pace verrà”. Un messaggio chiaro e diretto che invita le istituzioni a continuare a investire nella formazione civile, non come atto simbolico, ma come scelta politica di lungo respiro.

Alla fine della Summer School, Laura Liberto – responsabile nazionale della rete “Giustizia per i diritti” – ha voluto sottolineare l’umanità e la forza del gruppo: “Vorrei che lavorassero insieme sugli argomenti trattati dopo una settimana in cui tornano a casa più ricchi di racconti e consapevolezze. Dobbiamo imparare ad essere e restare umani, ad accogliere chi è stato costretto a partire, senza sentirci salvatori, ma riconoscendo a tutti quei diritti che dovrebbero essere inalienabili”.

La Summer School Scudi ha lasciato il segno: nella formazione dei partecipanti, nella costruzione di una rete di resistenza civile, e nella certezza che – anche in Valle d’Aosta – c’è chi crede nella forza del diritto e nell’urgenza dell’impegno.

pi.mi.