Consiglio Valle Comuni - 24 luglio 2025, 23:45

Velina Rossonera e Arcobaleno

Cronache semiserie da Palazzo regionale e non solo: indiscrezioni, frecciate e silenzi dal teatrino politico, e non, valdostano

Non è che sia proprio una settimana da farci i titoli, ma come direbbe la nonna di un noto ex consigliere regionale: "Se non hai un piatto pieno, fai la scarpetta col pane vecchio". E quindi eccoci, scarpetta alla politica, alla burocrazia e pure un po’ alla zootecnia.

Partiamo con il pc. Non il computer, no, tranquilli: quello almeno se non funziona si spegne e fine. Questo invece – probabile candidato o consigliere in pectore, ancora non si capisce – si accende, si scalda, e poi ti spara questa: "Hanno voluto sentire ragione e soprattutto mi hanno convinto sostenendo che si basteranno per un Ospedale Nuovo nel caso in cui vadano in maggioranza". Tradotto: se li voti, l’ospedale si fa da solo. Autocostruttivo. Tipo Lego, ma con più bisturi e meno istruzioni. E noi che pensavamo servissero medici, progetti, soldi, gare d’appalto… Ci bastava un pc.

Sempre in tema “svolte epocali”, i mastodontici (e inoffensivi) PSI e Italia Viva – la cui consistenza elettorale si misura più in chiacchiere da bar che in percentuali – hanno finalmente detto la loro: “Votate SÌ al referendum, ché così evitiamo la casta!”. Ora, premesso che parlare di casta in Valle d’Aosta è un po’ come gridare al traffico in un sentiero sterrato, resta un mistero quale spirito riformatore li abbia svegliati. Più che il rischio casta, qui il pericolo è che ci si annoi alle urne. Ma comunque, benvenuti al dibattito.

Franco Manes, invece, non si annoia affatto. In aula sfodera lo stile di un patriota ottocentesco: "Qui si maschera un'impugnativa con tecnicismi ideologici, dimenticando l’identità culturale del popolo valdostano!". Lacrimuccia. Perché Roma ci opprime, Roma ci ignora, Roma ci impugna (le leggi). Però attenzione: l’unico modo per difenderci è mandarci a Roma proprio quelli che a Roma ci vanno dicendo che Roma non va bene. Un cortocircuito così perfetto che quasi ci si commuove. Però funziona: in fondo, se c’è una cosa che l’Union ha imparato è che a furia di gridare “autonomia!”, anche il centralismo sembra una scusa in più per farsi votare.

Passiamo alle vere emergenze. Dermatite nodulare contagiosa. No, non è una nuova commissione consiliare, ma quella che ha affossato la ventiseiesima edizione degli Alpages Ouverts. Le mucche non possono più ricevere visite, poverette: niente selfie, niente turisti, niente bambini che gli toccano il naso urlando “guarda mamma, cacca!”. Tutto annullato per evitare il contagio da insetti che si attaccano alle scarpe e volano da bovino a bovino. Il problema non è la malattia (non colpisce l’uomo), ma la zootecnia regionale. Che già fatica a farsi sentire e ora pure chiude le porte.

A Saint-Christophe, invece, le blatte fanno più notizia dei bilanci. Il sindaco Paolo Cheney ha preso in mano la situazione – e forse pure il Raid – andando personalmente di notte a vedere la situazione. Un po’ Batman, un po’ disinfestatore. Il secondo intervento è in arrivo. I cittadini ringraziano, anche se resta la domanda: se le blatte escono con la luna piena, quelle politiche si fanno vedere solo in campagna elettorale?

E a Entrebin, invece, va in scena l’asta della disperazione: cataste di legna a 75 euro. Sembra un’offerta del Black Friday: tre metri cubi, misti, con la possibilità di scelta tra l’Arboretum e Montfleury. Vien da chiedersi se non sia il caso di abbinare ogni catasta a un consigliere, tanto per alleggerire le sedute invernali del Consiglio. Almeno si scaldano.

Per chiudere, in Comune di Aosta si respira grande modernità. Si aiuta l’accoglienza dei migranti, che però non trovano casa (e nemmeno una stanza), mentre il cittadino che prende una multa riceve l’avviso... ma non sa dove pagare. Avanti con l’informatizzazione! Il cittadino medio, perso tra QR code, account SPID e istruzioni vaghe, finisce per fare due cose: bestemmiare e pagare con ritardo. Ma questo, dicono, è il futuro. E infatti, tra una dermatite vaccina, una blatta notturna e una catasta di toppi, pare proprio che in Valle d’Aosta il futuro sia già arrivato. Solo che si è scordato la connessione.

Alla prossima puntata di questo teatrino semiserio, dove l’unica vera certezza è che, tra pc candidati e mucche in quarantena, ridere è l’unico modo per non prenderli troppo sul serio.

Firmato Le Sentinelle del Tombino – alias Le Betoneghe