ATTUALITÀ POLITICA - 24 luglio 2025, 12:00

"Educare, non dividere": Cittadinanzattiva boccia il Ddl sul consenso informato nelle scuole

In audizione alla Camera, Cittadinanzattiva lancia un duro monito contro il disegno di legge Valditara: “Fuorviante, pericoloso e divisivo”. L’educazione all’affettività e alla sessualità, secondo l'associazione, deve restare prerogativa della scuola, non essere ostaggio di ideologie o paure

“Il riferimento, sin dal titolo del disegno di legge, all’espressione consenso informato è, a nostro parere, fuorviante e pericoloso”. Il giudizio è netto, senza mezzi termini. Cittadinanzattiva non si limita a qualche correzione di rotta: chiede il ritiro, o almeno una profonda revisione, del disegno di legge promosso dal ministro Valditara sull’educazione all’affettività e alla sessualità in ambito scolastico.

Per l’associazione, parlare di consenso informato in un contesto educativo scolastico significa stravolgere la funzione stessa della scuola pubblica. Non si tratta, infatti, di "trattamenti sanitari", ma di percorsi formativi necessari, calibrati, costruiti con metodo e competenza per accompagnare bambini e ragazzi nella crescita personale. “Sottintende un rischio connesso al fare educazione… quando invece dati ufficiali, documenti nazionali ed internazionali e, soprattutto, la richiesta – esplosa con la pandemia – della gran parte degli studenti e delle studentesse, confermano la necessità, ormai improrogabile, di promuovere, sin dalla scuola dell’infanzia, una cultura all’affettività e alla sessualità”.

È un’accusa che chiama in causa la politica e la sua tendenza, sempre più evidente, a strumentalizzare i temi dell’educazione. Cittadinanzattiva ribadisce che l'obiettivo non è indottrinare, ma educare alla libertà. “È alla scuola che spetta offrire strumenti di comprensione e libertà, creare le condizioni perché ciascuno possa formarsi un’opinione autonoma, fuori da ogni approccio ideologico”.

E proprio l’ideologia sembra essere il vero convitato di pietra di questo provvedimento. Lo si capisce dal tono preoccupato con cui Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola dell’associazione, mette in guardia dal possibile effetto boomerang del Ddl: “Il rischio è affossare completamente qualsiasi proposta, da parte delle scuole, di prevedere percorsi educativi in tal senso”.

Il rischio non è solo teorico. Senza risorse aggiuntive, senza indicazioni chiare su eventuali percorsi alternativi per chi si sottrae, e con il consenso genitoriale come barriera d’accesso, l’intera architettura formativa viene messa in discussione. “Si mina la funzione educativa della scuola pubblica, si fa arretrare il ruolo della comunità educante e si svilisce lo strumento, mutuato dall’ambito medico, del consenso informato”, ha detto ancora Bizzarri.

Più che nuove norme, servirebbero strumenti per migliorare la collaborazione scuola-famiglia: Patto di corresponsabilità, Piano dell’offerta formativa e regolamenti d’istituto dovrebbero diventare veri spazi di confronto e non semplici formalità burocratiche. E ancora, servirebbero criteri chiari per la selezione dei formatori esterni e controlli reali sulle attività proposte.

Una lezione che arriva dal basso, dal mondo civico, ma che – ancora una volta – sembra destinata a scontrarsi con la sordità ideologica del potere. Per Cittadinanzattiva non è tempo di paure, né di battaglie di principio. È tempo di ascoltare i bisogni dei ragazzi. Quelli veri.

Il testo presentato da Cittadinanzattiva in audizione.

pi/red