C'è un confine oltre il quale anche la pazienza montanara si esaurisce. Ed è stato superato. La comunità di Morgex e La Salle si sta sollevando contro quella che viene percepita come una vera e propria forzatura burocratica, spacciata per innovazione ambientale: l’introduzione della raccolta differenziata “porta a porta” con bidoncini individuali, codici a barre, microchip e una raffica di regole che trasformano il gesto quotidiano di gettare i rifiuti in un incubo logistico.
La petizione lanciata su Change.org da Emanuela Di Negro è un grido di allarme e di buonsenso. Un’iniziativa che in pochi giorni ha raggiunto circa 800 firme. Un numero che, per due Comuni di montagna, equivale a una valanga di dissenso.
“Il sistema dei bidoncini individuali trasformerà Morgex e La Salle da ridenti villaggi fioriti di montagna in un antiestetico paesaggio disseminato di plastica e rifiuti”, si legge nella petizione, che va ben oltre il tono lamentoso e si configura come una vera e propria denuncia di un modello fallimentare, già visto altrove e spesso maldigerito.
E qui non si tratta di negare l’importanza della raccolta differenziata. Il problema non è il principio, ma il metodo: assurdo, macchinoso, ostile al cittadino e ancor più ai turisti, che rappresentano la vera linfa vitale di queste località.
“Complicano la vita con regole assurde e vessatorie, ledono la privacy con chip e codici, costringono i turisti a portarsi a casa i propri rifiuti”, si denuncia nella petizione. E c’è da capirli. Chi affitta una casa per pochi giorni dovrebbe forse trasformarsi in custode del cassonetto condominiale? O lasciare al proprietario l’onere di spiegare un sistema che nemmeno gli abitanti comprendono del tutto?
Il paradosso è che il sistema attuale funziona bene. Le isole ecologiche sono ordinate, schermate da recinzioni in legno, abbellite da fioriere che rispettano l’ambiente e l’estetica. Nessuna invasione plastificata nei cortili, niente cattivi odori fuori porta, nessuna complicazione per i turisti, e soprattutto un equilibrio tra efficienza e vivibilità.
Perché allora distruggere ciò che funziona? Per un finto “green” fatto di plastica, chip e diesel?
“Questo sistema ha creato tonnellate di plastica, provocato lo smaltimento di altre tonnellate di plastica dei bidoni che verranno eliminati, più gli inevitabili cattivi odori e l’inquinante utilizzo dei veicoli per il ritiro dei rifiuti”, denuncia il testo, inchiodando i Comuni davanti alla contraddizione più palese: l’aumento dell’inquinamento per un sistema nato, a parole, per ridurlo.
A La Salle e Morgex, come altrove, il porta a porta è diventato un mantra tecnico, spinto da chi non vive i problemi concreti ma li impone dall’alto. Ecco perché l’appello finale della petizione è tanto ironico quanto diretto:
“Per una volta, Sindaci, siete Primi Cittadini? E allora passate dalla nostra parte!!!”
È ora che i Sindaci ascoltino davvero la propria comunità. Che difendano le ragioni del buonsenso e rifiutino (è il caso di dirlo) questa imposizione cieca e dannosa. L’ambientalismo vero si fa con scelte intelligenti, non con procedure assurde e plastica a domicilio.
Questa petizione merita attenzione, sostegno e una risposta politica chiara. Perché se governare vuol dire amministrare nell’interesse della collettività, allora la voce di 800 cittadini deve valere più di una delibera scritta in ufficio. Aostacronaca è dalla parte di chi vuole ancora godersi un paese pulito senza farsi il Tetris dei bidoni in giardino.
Et à ceux qui ont imaginé ce nouveau système de collecte, on dit simplement :
« Peut-être que vous triez bien les déchets, mais vous avez clairement jeté le bon sens à la poubelle. »