La Chiesa celebra San Leone I Secondo Abate di Cava
Abate del celebre monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, che molto progredì con le sue virtù ed esempio. Si dedicò specialmente al servizio dei poveri.
Leone nativo di Lucca, divenne uno dei primi discepoli di s. Alferio, il nobile eremita salernitano, già da quando questi viveva ancora nella sua grotta ‘arsicia’; la sua bontà, l’umiltà, la pietà che lo distinguevano fecero si che il vecchio eremita s. Alferio, lo volle come suo successore alla guida della nascente abbazia della Trinità di Cava, da lui fondata.
Governò il monastero per circa trent’anni, dal 1050 al 1079, conducendo personalmente una vita molto semplice, gli inizi del suo governo di abate, furono travagliati per la prepotenza di un signorotto locale di cui si ignora il nome, il quale assalì perfino il monastero facendo prigioniero l’abate per un breve tempo.
Ma Leone I riuscì a guadagnarsi il favore dei baroni vicini, i quali elargirono molte donazioni alla badia della Trinità; si racconta di lui che si allontanava spesso a raccogliere legna nei boschi per poi rivenderla a Salerno e con il ricavato aiutare così i poveri.
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“Il Giubileo è un tempo di misericordia, di conversione e di rinnovamento spirituale, un’occasione per avvicinarsi a Dio con cuore sincero.” (Papa Leone XIV)
Questa frase di Papa Leone XIII sul Giubileo sottolinea un concetto che va oltre la dimensione religiosa: è un invito a prendersi del tempo per riflettere, fare il punto e rinnovarsi. In un mondo sempre frenetico, trovare momenti per rallentare e rimettersi in carreggiata è fondamentale, sia sul piano personale che collettivo.