Non è più tempo di annunci, ma di cantieri. E soprattutto, di squadra. Il nuovo ospedale Umberto Parini di Aosta sta lentamente uscendo dalla dimensione del progetto per entrare in quella della realtà. Il dato forse più importante emerso nella conferenza stampa di ieri — e che domani i cittadini valdostani meritano di conoscere con chiarezza — è che l’intero disegno prende finalmente una forma concreta, fatta di tappe, scadenze e risorse. Ma soprattutto, prende forma grazie a un’alleanza istituzionale compatta, dal Presidente della Regione Renzo Testolin, all’Assessore alla Sanità Carlo Marzi, passando per tutta la Giunta, la Siv e il Direttore generale dell’Usl Massimo Uberti.
«Stanno per concludersi i lavori delle centrali tecnologiche a sud del Parini», ha dichiarato Fabio Fabiani, presidente della Société infrastructures valdôtaines (Siv srl), braccio operativo di questo imponente cantiere. Un passaggio fondamentale che chiude un ciclo e apre ufficialmente il successivo: «L’avvio dell’ampliamento nella zona est è previsto per gennaio 2026. Sono pervenute sei offerte da parte di raggruppamenti di imprese. La commissione è già al lavoro per la valutazione».
Si entra dunque nel cuore della fase 3 – lotto 4, la parte più visibile, quella che modificherà radicalmente lo skyline del Parini, trasformandolo in un hub sanitario di nuova generazione.
«Abbiamo avuto la sensazione – ha detto Carlo Marzi, con il tono di chi non si accontenta – che occorra comunicare con più chiarezza ai valdostani la portata e il significato di questo progetto. Non si tratta solo di cemento o macchinari. Stiamo ridisegnando l’assistenza sanitaria per i prossimi 30 anni». È anche per questo che è stato realizzato un video divulgativo, che verrà proiettato nella sede Usl e nello stesso ospedale.
I numeri danno ragione alla strategia di fondo: oltre 200 milioni di euro investiti, più di 450 posti letto, una elisuperficie già completata per le emergenze, e 900 parcheggi tra interrati ed esterni. Ma i numeri non bastano se dietro non c’è una visione.
Ed è qui che entra in gioco il Presidente Renzo Testolin, che ha creduto in questa impostazione collegiale fin dal principio. Non un progetto calato dall’alto, ma un’opera costruita nel dialogo tra livelli: «Abbiamo cercato di costruire una filiera della responsabilità, dove Regione, Usl e Siv lavorano con obiettivi comuni e non in compartimenti stagni», è il messaggio che trapela dagli uffici della Presidenza.
La nuova struttura ospedaliera prevede tre corpi principali. Il corpo K sarà dedicato agli acuti, operativo H24. Il corpo L, definito “hospital street”, accoglierà i visitatori con reception, ristorazione e spazi congressuali. Il corpo P invece si svilupperà su cinque piani interrati, collegandosi al parcheggio già esistente.
La sfida sarà duplice: costruire il nuovo senza fermare l’attuale. In una seconda fase, infatti, si procederà alla ristrutturazione degli edifici già esistenti, con un principio ferreo: mai interrompere l’erogazione delle cure.
La visione non si esaurisce nel mattone. È chiaro che l’opera pubblica porta con sé una responsabilità culturale, oltre che tecnica. Lo ha ricordato ancora una volta l’assessore Marzi: «Questo progetto è la risposta concreta alla necessità di sanità moderna, accessibile e sicura. Ma è anche un messaggio ai nostri professionisti, agli operatori sanitari, ai pazienti: qui si investe sul futuro di tutti».
E il futuro, oggi, ha una data: gennaio 2026. Quel giorno cominceranno i lavori visibili. Ma già oggi, dietro ai cancelli ancora chiusi, si sta costruendo un nuovo modo di curare e vivere la salute in Valle d’Aosta. Con concretezza, con responsabilità, e – per una volta – anche con un pizzico di orgoglio istituzionale collettivo.