I numeri dell’azzardo, l’anomalia italiana, la crescita del gioco online e il dettaglio locale con i fenomeni legati al gioco sono al centro della terza edizione del Libro nero dell’azzardo. Mafie, dipendenze, giovani, Europa, realizzato da Cgil Nazionale, Federconsumatori e Fondazione Iscon.
Nel 2023, secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in Valle d'Aosta è stata registrata la raccolta complessiva del gioco d’azzardo in Valle d’Aosta è stata di 153 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente; la spesa pro capite media (cioè la somma persa) è di circa 430 euro per abitante, ma supera i 2.500 euro per chi effettivamente gioca; il gioco fisico rappresenta ancora la parte principale, ma l’online è in forte crescita, specialmente tra i giovani; il numero di slot machine presenti nella regione è in leggero calo, ma ancora oltre quota 500 tra bar e sale; preoccupa il dato sulle autoesclusioni dal gioco online, salite del 18% in un anno: segnale che la dipendenza è reale anche in una piccola regione come la nostra.
Il primo dato che emerge dal dossier è l’ulteriore crescita del gioco d’azzardo. Nel 2024 ha raggiunto l’incredibile cifra di 157,4 miliardi, pari al 7,2% del PIL e superiore di 20 miliardi rispetto alla spesa sanitaria complessiva.
L’aumento è del 6,6% rispetto al 2023 e del 42,5% rispetto al 2019. Questi numeri corrispondono a una raccolta pro capite per ogni cittadino maggiorenne di 3.137 euro. Le perdite complessive per gli italiani sfiorano i 23 miliardi.
Il gioco online ha superato da tempo quello fisico, soprattutto nel Centro-Sud, dove “la malavita organizzata utilizza l’azzardo in remoto come modalità conveniente per il riciclaggio di capitali sporchi”.
A livello nazionale, il gioco fisico nel 2024 si attesta sui 65,3 miliardi di euro, un valore stabile e ancora sotto i livelli prepandemia (superava i 74 miliardi nel 2019). Al contrario, l’azzardo online è aumentato di 10 miliardi nel solo 2024, con un +12,2%, toccando i 92,1 miliardi di euro giocati, soprattutto in giochi di abilità (carte, casinò online), scommesse sportive e Betting Exchange. I conti attivi online hanno ormai superato i 20 milioni, quasi uno ogni due cittadini nella fascia 18-74 anni.
Esiste una vera e propria “anomalia italiana” in Europa sul fronte dell’azzardo. Si legge nel dossier:
“Siamo il Paese dove il potere d’acquisto dei redditi da lavoro e pensione è arretrato di più, ma siamo diventati per l’azzardo il mercato più importante d’Europa, e tra i primi al mondo. La perdita complessiva degli italiani nell’azzardo (21 miliardi di euro) è la maggiore d’Europa, superiore a quella del Regno Unito e molto distante da Germania e Francia (14 miliardi).”
È un’ulteriore conferma della relazione inversa tra la situazione socioeconomica e la crescita dell’azzardo, oltre che del suo ruolo nell’ampliare le disuguaglianze sociali.
Il motore di tutto ciò è l’illusione che una vincita possa risolvere all’istante problemi legati alla crisi economica. Su questo influisce anche la crescente pubblicizzazione del gioco legale, “anche attraverso strumentali inviti al gioco responsabile, che altro non sono che l’aggiramento dei residui divieti”, spiega il dossier.
Nel nuovo mercato dell’azzardo “stanno investendo tutti i grandi player a livello globale, puntando sui giovani e giovanissimi”. È in atto un processo di normalizzazione del gioco nella vita quotidiana, funzionale a crescere la futura generazione di giocatori: sempre più tecnologici, sempre più ricettivi, sempre più fragili.
Lo Stato, secondo l’analisi, è ormai “dipendente dall’azzardo” e disinteressato ai suoi costi sociali. L’aumento dell’azzardo legale è diventato una forma di entrata fiscale irrinunciabile.
“Si fa ricorso alla leva fiscale dell’azzardo quando serve trovare in tempi rapidi nuove fonti di entrata, ad esempio dopo una calamità naturale. Ma il risultato è che l’azzardo diventa una tassa sulla povertà, perché colpisce le fasce sociali più deboli e vulnerabili.”
La diffusione del gioco va analizzata su base territoriale. Le aree a più alta densità di gioco online coincidono spesso con quelle dove è più alta l’illegalità.
Fra le città con più giocato online pro capite spicca Isernia, con 6.853 euro nel 2024 (fascia 18-74 anni), +155% in due anni. Seguono Siracusa, Messina, Palermo, Salerno, Napoli, Caserta, Reggio Calabria, Taranto e Teramo: tutte sopra i 3.000 euro pro capite.
Se si sommano gioco online e fisico, tra le prime dieci città italiane troviamo:
Catania con il record di 4.803 euro pro capite
Palermo con 4.548
Napoli con 4.546
Roma a 3.558
Milano a 3.377
Torino a 2.949
Genova a 2.654
Firenze a 2.760
Bologna supera i 3.000
Bari sfiora i 4.000