Consiglio Valle Comuni - 30 giugno 2025, 23:45

Velina Rossonera e Arcobaleno

Cronache semiserie da Palazzo regionale e non solo: indiscrezioni, frecciate e silenzi dal teatrino politico valdostano

Scena muta, anzi, scena triste. Se non fosse che ci sono aziende che annaspano dopo l’alluvione a Cogne e Cervinia, questa commedia all’italiana tra la ministra Santanché e i ristoratori valdostani sarebbe da ridere forte. Oppure da piangere a lungo. L’accusa? Non sono arrivati i soldi promessi. La difesa? “Ma come, ve li abbiamo dati!”
E giù botta e risposta come in una telenovela sudamericana, ma senza passione e senza ritmo.
Eppure basterebbe così poco. In un mondo normale — e diciamo normale con la tenerezza con cui si guarda un panda obeso — a ogni aiuto pubblico dovrebbe corrispondere un bel bonifico tracciabile. Basta chiederli, no? Gli assessori valdostani (che sicuramente leggono la Velina con la matita rossa in mano) potrebbero cavarsela con una semplice richiesta al ministero: “Cara ministra, ci manda l’elenco dei bonifici effettuati?”
E sai com’è, magari la smettiamo con le interviste alla stampa e cominciamo a usare la PEC.
Oppure facciamo un tavolo, ma rotondo e di legno grezzo: ci si siede, si guardano i dati, e chi ha preso i soldi alza la mano. Quelli che non l’hanno presi, alzano il telefono. Quelli che se li sono persi… alzano i tacchi.

Sergio Mattarella ha parlato di carceri italiane. Non l’ha fatto con urla né pugni sul tavolo, ma con quella voce lieve che riesce a far vergognare anche un cinghiale in calore.
Dice che le condizioni sono indegne. E quando un presidente usa parole come “indegne” lo fa con la stessa gravità con cui tua nonna ti diceva “sei diventato uno scostumato”.
Qualcuno nei corridoi del potere ha sussurrato: “Dopo questa, al DAP dovranno cambiare più che il direttore generale… dovranno cambiare le serrature.”
E se qualcuno pensa che la Valle d’Aosta sia immune, basta fare un giro a Brissogne. A occhio, c’è più sovraffollamento lì che all’ipermercato il sabato pomeriggio.

Anche questa settimana una parete ha deciso di venir giù. Ormai i versanti valdostani cadono con la stessa puntualità delle foglie in autunno, ma senza poesia e con molta più burocrazia.
Le frane non aspettano il calendario. Le strade, sì.
Nel Palazzo c’è chi ha commentato: “Sarà l’effetto domino.” Ma non parlava delle rocce. Parlava degli incarichi da assegnare per ricostruire.
Il gossip? Pare che un noto dirigente abbia detto, con tono da aperitivo al sole: “Con ‘ste frane abbiamo da lavorare tutta l’estate. A questo punto, quasi quasi ringrazio il clima.”
Eh già. Ringraziamolo. Ma anche basta, eh.

L’Assessorato all’Agricoltura ha finalmente partorito il Calendario Venatorio 2025. Dopo mesi di incontri, consultazioni, sussurri tra doppiette e fiocine, ecco il verdetto: si parte il 7 settembre. Camosci, caprioli maschi, cervi maschi fusoni (sì, fusoni, come i pantaloni anni ’70), e cinghiali.
Ma la notizia vera è che la caccia alla volpe vagante comincia il 1° ottobre.
“Per uniformarla alle altre specie”, dice l’Assessore Carrel.
Il vero scoop, però, è un altro: nonostante le pressioni, si potrà allenare i cani da caccia già dal 15 agosto.
In barba a chi chiedeva più tutela per la fauna. E magari anche per gli escursionisti.
Negli ambienti animalisti è girata una battuta cattivella: “Prima parte la caccia, poi la stagione turistica. Almeno una delle due funziona.”
Nel dubbio, se a Ferragosto vi trovate nei boschi e sentite abbaiare, fate finta di essere un cervo. Ma di quelli da salotto.

Velina chiude la saracinesca per oggi, ma promette nuove voci, nuovi sussurri e nuove indiscrezioni nella prossima puntata.
Nel frattempo, tenete il casco pronto. Non per le frane, ma per reggere le dichiarazioni dei politici. Quelle fanno più male.

Le Sentinelle del Tombino