Il patois valdostano torna a risuonare tra le montagne di Saint-Nicolas. Venerdì 4 luglio alle 21, in occasione della 26ª Sagra della Selvaggina, la Fédérachon Valdoténa di Téatro Populéro (FVTP) promuove una serata speciale nel segno della cultura e della memoria collettiva: sul palco si alterneranno le compagnie Le Redzetón de l’Abé e La Tor de Babel, con due pièce già applaudite durante il 44° Printemps Théâtral.
Due realtà teatrali diverse per storia e composizione, ma unite dallo stesso spirito: preservare e rinnovare il teatro popolare in patois, intrecciando comicità, vita quotidiana e radici profonde.
Le Redzetón de l’Abé in “Lo beillè di pétchà”
Fondata nel 2024, la giovane compagnia di Saint-Nicolas debutta en maison, con una pièce corale scritta dal gruppo stesso, che ruota attorno a un misterioso biglietto capace di cambiare i destini. Un lavoro ironico e sorprendente, con una messa in scena curata nei dettagli grazie alle scenografie di Claudio Besenval e all’accompagnamento sonoro di A-lex Condò e Coralie Vaudan.
«Per noi è una doppia emozione: riportiamo a Saint-Nicolas la pièce con cui abbiamo debuttato lo scorso aprile – racconta Stefano Porliod, presidente della compagnia – e lo facciamo davanti a un pubblico di casa. Un ritorno che profuma di nuovo».
Il nome “Redzetón de l’Abé” è un omaggio all’Abbé Jean-Baptiste Cerlogne, simbolo e seme della cultura locale: il redzetón è infatti il germoglio che cresce e si rinnova, così come il teatro in patois.
La Tor de Babel in “L’è po hen que semble”
A condividere la serata saranno anche gli attori e le attrici de La Tor de Babel, compagnia storica nata nel 1993 per unire, in un solo coro teatrale, i patois dei diversi villaggi valdostani. Sul palco, porteranno “L’è po hen que semble”, pièce scritta da Ettore Champrétavy (Mandì) con la regia di Myriam Clusaz. Un viaggio nel museo dell’immaginario collettivo, dove nulla è davvero come sembra.
«Questa serata è un ritorno alle origini – spiega Champrétavy – perché tra i Redzetón ci sono figli e nipoti di attori che recitarono con me nella Compagnì di Téatro, fondata proprio a Saint-Nicolas nel 1978. Una continuità preziosa che dà senso al nostro lavoro».
Con oltre trent’anni di attività e più di 150 attori coinvolti nel tempo, La Tor de Babel ha saputo portare in scena l’anima brillante e commossa della Valle, vincendo anche due edizioni del Prix Magui Maquignaz.
L’ingresso alla serata è libero, ma il valore dell’evento è inestimabile: è un gesto di identità, di trasmissione culturale e di incontro generazionale. Perché il teatro popolare non è solo intrattenimento, ma un linguaggio antico e vivo, che unisce e racconta.
E se il patois è la voce della memoria, il palco di Saint-Nicolas sarà, ancora una volta, la sua cassa di risonanza più autentica.