CISL VdA - 30 settembre 2023, 13:26

Come alzare i salari: i pilastri del Manifesto Cisl

Il messaggio lanciato dalla Cisl è chiarissimo: dare protagonismo al lavoro è un passo imprescindibile se si vuole davvero arrivare a una crescita economica e a una ripresa equa e strutturale

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Sbarra ha puntato di nuovo l’attenzione sulle quattro linee guida principali: competenze, politiche attive, contrattazione e partecipazione. Il leader della Confederazione italiana sindacati lavoratori ha indicato l’applicazione dell’46 della Costituzione e il riconoscimento della partecipazione quale diritto fondamentale dei lavoratori come una vera e propria potenziale svolta: «Vuol dire alzare i salari, redistribuire la produttività, ridurre gli orari di lavoro, contrastare le delocalizzazioni».

Il Manifesto Cisl elenca una serie di priorità per l’azione pubblica e per la contrattazione collettiva: maggiori finanziamenti su istruzione e formazione; rendere strutturale il sistema duale; più orientamento scolastico e universitario; tirocini più mirati; generalizzare la formazione lungo l’arco della vita; «attivare» le politiche attive; contrastare i contratti di lavoro discontinui; incentivi per le aziende che contrattano la conciliazione vita professionale-vita privata; rendere l’organizzazione del lavoro più vicina alle persone; tutelare il lavoro autonomo; migliorare le condizioni di lavoro nei settori labour intensive; salario minimo solo se di natura contrattuale. Senza ovviamente dimenticare la partecipazione dei lavoratori in azienda per cui è stata già avviata la raccolta di firme (che procede spedita) per una legge di iniziativa popolare.

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Secondo Sbarra il rafforzamento dei Centri per l’impiego, il rilancio della regia nazionale/regionale sulle politiche attive e il potenziamento dell’intera filiera della formazione/istruzione sono urgenze non più procrastinabili. Inoltre ha rinnovato l’idea di obbligare i datori di lavoro a stampare sulla busta paga il codice del contratto applicato.

Allo stesso tempo è stata avanzata di nuovo la proposta di alzare ulteriormente le sanzioni ai danni delle aziende che praticano il sommerso: «Se si vuole combattere davvero il lavoro povero, si prenda atto che ad incidere, più del livello della paga oraria, è la bassa intensità di lavoro: poche ore al giorno e pochi mesi l’anno».

A prendere parola è stata anche Daniela Fumarola, segretario confederale Cisl responsabile del mercato lavoro: «Abbiamo voluto organizzare questa iniziativa per approfondire l’analisi del complesso momento che il mondo del lavoro sta vivendo e comprendere quali sono gli strumenti a disposizione per governare tale complessità. Prima la pandemia, poi l’invasione dell’Ucraina, e soprattutto le transizioni tecnologica e green stanno portando a profonde trasformazioni del sistema economico.

Mentre in alcuni settori si assiste ad una contrazione dei posti di lavoro, in altri – e sono la maggior parte – la vera emergenza sta diventando quella della carenza di competenze. Si tratta di una tendenza che, oramai è chiaro, caratterizzerà il mercato del lavoro nei prossimi anni, investendo sia le qualifiche alte – professioni di alta competenza e specializzazione, tecniche e sanitarie, green jobs – sia quelle basse».

Il messaggio lanciato dalla Cisl è chiarissimo: dare protagonismo al lavoro è un passo imprescindibile se si vuole davvero arrivare a una crescita economica e a una ripresa equa e strutturale. La rotta tracciata in tema di salari, organizzazione produttiva e rappresentanza è altrettanto eloquente: «La via maestra per le regolazioni lavoristiche è quella contrattuale».

Senza cedere ai furbi slogan sul salario minimo, ma affrontando di petto la questione estendendo settore per settore il trattamento economico complessivo dei Ccnl più applicati.