CRONACA - 17 ottobre 2022, 13:21

Istituito dal Tibunale di Aosta l’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna

Un campo significativo di lavoro degli operatori sociali è quello con le persone che si trovano a scontare una pena all’ esterno del carcere beneficiando di una delle misure alternative alla detenzione o della messa alla prova a seguito della commissione di un illecito

Eugenio Gramola, Presidente del TRibunale di Aosta

Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.) rappresentano un’articolazione del Ministero della Giustizia e sono deputati alla presa in carico delle persone sottoposte a misure esterne all’Istituto penale. Centrale all’interno degli UEPE è la figura dell’assistente sociale, che insieme alla Polizia Penitenziaria, esperti psicologi, criminologi, e negli ultimi tempi educatori, collabora alla mission istituzionale.

Il mondo penale e penitenziario è da sempre focalizzato sulla pena detentiva, tant’è che il primo pensiero che spesso viene alla mente in ognuno di noi quando sentiamo parlare di esecuzione penale è il carcere, con i suoi sistemi di sicurezza. In realtà, l’esecuzione penale esterna non può essere subordinata all’istituzione carceraria, come “qualcosa che viene dopo” la pena detentiva.L’UEPE è la rappresentazione delle possibilità alternative e risocializzanti per l’autore di reatoL’esecuzione penale esterna e gli assistenti sociali incaricati di seguirla assumono oggi sempre più un’importanza centrale nell’ intero sistema sanzionatorio.

Il principale campo di intervento degli Uffici di esecuzione penale esterna (UEPE) è quello relativo all’esecuzione delle misure e sanzioni di comunità;  gli UEPE elaborano e propongono alla magistratura il programma di trattamento da applicare e ne verificano la corretta esecuzione da parte degli ammessi a tali sanzioni e misure.

I compiti ad essi attributi sono indicati dall’articolo 72 della legge 26 luglio 1975 n. 354 e dalle altre leggi in materia di esecuzione penale; si esplicano in quattro aree di intervento:attività di indagine sulla situazione individuale e socio – familiare nei confronti dei soggetti che chiedono di essere ammessi alle misure alternative alla detenzione e alla messa alla prova;

attività di elaborazione e verifica dei programmi trattamentali nelle misure e sanzioni di comunità;

svolgimento delle inchieste per l’applicazione, modifica, proroga o revoca delle misure di sicurezza, su richiesta della magistratura di sorveglianza;

esecuzione del lavoro di pubblica utilità e delle sanzioni sostitutive della detenzione;

attività di consulenza agli istituti penitenziari per favorire il buon esito del trattamento penitenziario.

red. cro.