CULTURA - 11 aprile 2022, 09:00

NON VINCE NESSUNO, PERDE L’UMANITA’: LE IDEE PORTANO DA UN’ALTRA PARTE

Occorre rimuovere tutti i corami dell’ambiguità e mettere a nudo la verità, perché solo la verità può rispondere a false ragioni o ad interessi dominanti

Il tempo passa senza contare le ore, le notti, i giorni, le news mentre arrivano ordigni, missili, maledizioni e preghiere persi nel fumo di ogni casa. Non è una stupida crociata, non è nemmeno una vendetta o un’idea di supremazia, perché le idee portano da un’altra parte, lontano dalle Città distrutte. Così, non vince nessuno, perde l’Umanità.

Non basta pregare: è fiato sprecato; non basta nemmeno sperare perché non è vero che la speranza è l’ultima a morire: qui negli oblast dell’Ucraina è morire l’ultima “spes”.

Allora, occorre rimuovere tutti i corami dell’ambiguità e mettere a nudo la verità, perché solo la verità può rispondere a false ragioni o ad interessi dominanti.

A palazzo Te di Mantova è in corso una mostra originale sui corami, piccole porzioni di cuoio usate nelle famiglie nobili del 1500 per ricoprire le pareti di casa e ripararle dall’umidità. Chissà quante spalere di corame ci vorrebbero per proteggere la verità sugli eventi dal freddo calcolo delle propagande che accompagnano le nostre giornate.

Purtroppo, la verità non esce ancora dalle ombre della guerra: anzi, è la prima vittima di tutte le battaglie. La gente è confusa, la vita di tutti i giorni è confusa, la verità è confusa!. Ciò che sembra avvolto nell’oscurità del linguaggio bellico è la “ratio” di una tragedia che lascia intatti tutti i problemi che l’hanno causata. Tutta l’Europa è presa in ostaggio da una situazione che da molto tempo era prevedibile, mentre le varie Cancellerie stavano a guardare.

Anche l’ONU sembra impossibilitata ad agire e chi dovrebbe promuovere la pace soffia sulla guerra. Trionfa la logica delle armi, mentre soccombe quella stessa convivenza civile che sta alla base della civiltà cristiana. Non sarà facile promuovere un dialogo partendo non già dalle pretese o dalle rivendicazioni bensì dalla volontà di convivere, ben sapendo che le ragioni non stanno da una sola parte e che la memoria storica non può finire nel contrabbando delle convenienze di parte.

Di questo, deve tenere conto la diplomazia: del primato che gli esseri umani devono riservare alla pace. Tutto il resto può trovare una composizione basata non già sugli esacerbati nazionalismi, bensì sulla consapevolezza di dover in primo luogo rispettare la vita, i legami di cultura e di sangue, di fede e di economia riuniti nel fatale abbraccio di storie millenarie.

Diceva bene Pier Paolo Pasolini: “Certe cose atroci architettate o comunque volute dal Potere (quello reale non quello sia pur fittiziamente democratico) sono comunissime nella storia: dico comunissime: eppure alla comune coscienza paiono sempre eccezionali e incredibili”.

gianfrancofisanotti@gmail.com