Debolezza da un lato del corpo, bocca storta, difficoltà a parlare o comprendere (afasia), muovere con minor forza un braccio, una gamba o entrambi, vista sdoppiata o campo visivo ridotto, mal di testa violento e improvviso, insorgenza di uno stato confusionale, non riuscire a coordinare i movimenti né stare in equilibrio: questi sintomi – che si distinguono in base alla sede e all’estensione dell’area del cervello colpita - indicano chiaramente che potrebbe trattarsi di un ictus cerebrale.
“Quando si tratta di ictus, ogni minuto è fondamentale – dichiara Andrea Vianello, Neopresidente di A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale). L’ictus è una patologia tempo-dipendente: i risultati positivi che possono essere ottenuti grazie alle terapie disponibili (trombolisi e trombectomia meccanica) sono strettamente legati, infatti, alla precocità con cui si interviene. È dunque fondamentale riconoscere il prima possibile i sintomi e chiamare il 112 per poter arrivare in tempi rapidi in Ospedale. In questo modo si può pensare di ridurre non solo il rischio di mortalità, ma anche di evitare ictus particolarmente gravi, cercando di limitare danni futuri e soprattutto le conseguenze di disabilità, molto spesso invalidanti, causati da questa malattia”.
Se compare dunque anche uno solo dei sintomi precedentemente illustrati, è necessario chiamare subito il 112 (in quelle regioni dove è attivo il numero unico di emergenza) o il 118 perché è fondamentale che la persona venga portata il più rapidamente possibile negli ospedali, possibilmente dotati dei centri organizzati per il trattamento, cioè le Unità Neurovascolari (Centri Ictus – Stroke Unit). Queste Unità, reparti altamente specializzati per l’inquadramento clinico-diagnostico-terapeutico e per la miglior gestione della malattia - dalla fase acuta alla riabilitazione neuromotoria e cognitiva precoce fino alla prevenzione delle possibili complicanze, con il trattamento dei fattori di rischio modificabili – sono costituite da personale medico pronto ad intervenire in tempi brevi per ripristinare il flusso sanguigno a livello dei vasi occlusi.
È necessario attuare tutte le strategie possibili per sensibilizzare i cittadini sul “fattore tempo” perché la finestra temporale per intervenire è racchiusa entro le prime 4,5 - massimo 6 ore, anche se un recente studio pubblicato sulla rivista Stroke (Time to Endovascular Treatment and Outcomes in the DAWN Trial) segnala, riportando numerosi casi, un allargamento della finestra fino a 24 ore per un intervento efficace. Si tratta però di casi in cui i danni cerebrali sono circoscritti.
L’ictus cerebrale, nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Quasi 150.000 italiani ne vengono colpiti ogni anno e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche grave. In Italia, le persone che hanno avuto un ictus e sono sopravvissute, con esiti più o meno invalidanti, sono oggi circa 1 milione, ma il fenomeno è in crescita sia perché si registra un invecchiamento progressivo della popolazione sia per il miglioramento delle terapie attualmente disponibili.
“#ogniminutoèprezioso” è lo slogan che contraddistingue la Giornata Mondiale contro l’Ictus cerebrale e, grazie alla disponibilità della Regione Valle D’Aosta, sabato 29 ottobre verrà illuminato il Castello di Aymavilles, con il colore verde. Siamo davvero molto grati alla Regione Valle D’Aosta per la grande visibilità offerta dall’illuminazione di uno dei castelli-simbolo della nostra Regione, proprio per ricordare l’importanza della tempestività nel riconoscimento dei sintomi di esordio di questa terribile malattia.