Consiglio Valle Comuni - 06 ottobre 2021, 09:30

Erika Guichardaz chiede al gruppo PCP chiarezza, rispetto e corerenza

‘Ho appreso ieri nella conferenza dei capigruppo della designazione da parte di 5 componenti del mio gruppo di un nuovo capogruppo e vice’

Designazione che ad oggi non ho ancora ricevuto, che nasce da una riunione illegittima in quanto convocata in contrasto con le regole democratiche generali e con gli impegni sottoscritti dai consiglieri al momento della candidatura. Conferenza dei capigruppo farsa dove sono state convocate due persone per lo stesso gruppo o forse il consigliere Cretier non ha nemmeno ricevuto la convocazione e si è presentato.

Insomma forzature e nuova prassi fatte con l'avvallo di un presidente che dovrebbe essere un garante.

Ma gli aspetti tecnici poco mi entusiasmano visto che sappiamo che si può dire tutto e il contrario di tutto, interpretare a piacimento… quello che voglio evidenziare è l'aspetto politico. Chi si oppone a PCP, lo considera un fardello insopportabile, lo ritiene un “oggetto sconosciuto”, vuole agire liberamente in Consiglio senza dover rendere conto a nessuno, non rispetta le regole e gli impegni presi, chi non si confronta con gli organismi dirigenti e non convoca o coordina tavoli di lavoro, oggi vorrebbe rappresentare questo progetto. Questo mi sembra un paradosso folle e insensato, come se io domani volessi diventare la presidente di casapound.

Al fine di far chiarezza riguardo alla situazione venuta a crearsi sottolineo quindi che la mia nomina a capogruppo nasce a seguito delle trattative tenute dai soggetti promotori di PCP, accompagnati da una delegazione di consiglieri eletti, ed è stata poi oggetto di discussione all'interno dell'assemblea di PCP, dove si riteneva ci dovesse essere una maggiore rappresentanza femminile nelle cariche apicali, e infine suggellata nella riunione del Gruppo Regionale Allargato, organismo costituito subito dopo le elezioni e deputato a assumere le posizioni da tenere in consiglio.

Ricordo che PCP è un progetto nato da poco, che vuole mettere insieme forze progressiste, ecologiste, autonomiste ed indipendenti; la lista presentata alle regionali ha raccolto moltissimi voti anche senza indicazione di preferenza, proprio perché è stato premiato soprattutto il programma ed il gruppo che vedeva una maggioranza di donne rispetto ai singoli candidati.

Le divisioni nel gruppo regionale ci sono soprattutto per un motivo: ci sono alcuni esponenti del gruppo che pur di salvaguardare l'alleanza con gli autonomisti sono disposti ad accettare tutto, anche provvedimenti e leggi in contrasto sia con il programma di PCP, sia con il programma di legislatura. Vedasi atteggiamento rispetto all'ospedale regionale, rispetto alla questione delle discariche regionali, alla inconcepibile legge regionale per l'idrogeno in ferrovia, presentata in funzione di contrasto alla elettrificazione; e si tratta solo di alcuni esempi, su cui posso sicuramente fornire osservazioni più approfondite e articolate. Altri, mentre io cercavo mediazioni, davano corso al programma autonomista in contraddizione con le nostre idee.

Si è parlato di “provocazioni” nei confronti degli alleati che ci siamo scelti e questo è emblematico di un atteggiamento mentale che non posso condividere. La maggioranza nata ad ottobre 2020 si basava su un programma frutto di un lungo lavoro di mediazione e nel momento in cui tale programma non si applica è evidente che viene meno il collante. Sarebbe tradire gli elettori di PCP votare provvedimenti e leggi in contrasto sia con il nostro programma sia con quello concordato con gli alleati un anno fa.

Con la collega Chiara Minelli quindi non ho mai portato avanti posizioni personali, ma ho sempre avuto come punti di riferimento i ragionamenti fatti nel Gar, nei tavoli di approfondimento, nella Assemblea PCP e nel Tavolo di coordinamento di PCP. Sono i cinque consiglieri che portano avanti posizioni senza confrontarsi con le forze che ci hanno permesso di candidarci e con la base che ha reso possibile la nostra elezione. Staccarsi dalla base e dai soggetti promotori di riferimento quella sì che è una scelta personale devastante.

Esprimo quindi il mio disappunto per l'azione divisiva messa in atto, in contrasto con il grande sforzo unitario fatto per costruire Pcp che nello scorso autunno è stato premiato dagli elettori. Anche nelle recenti elezioni amministrative in Italia il campo progressista ha ottenuto buoni risultati laddove ha saputo unire e tenere insieme sensibilità diverse, ma solidamente cementate sul piano programmatico.

Tutto ciò premesso posso dire di sentirmi profondamente onorata di rappresentare l'intero progetto di PCP come ribadito nella nota emanata ieri dal tavolo di coordinamento di PCP e di essere, insieme a Chiara, l'unica a rispettare gli accordi firmati al momento della candidatura, quindi credo che le dovute conclusioni dovrebbero trarle coloro che sono venuti meno alle regole di PCP, scegliendo legittimamente un capogruppo per il loro nuovo gruppo consiliare.

Erika Guichardaz