La Biblioteca di Charvensod è stata istituita con una delibera del Consiglio comunale, nel 1991. In questi trent’anni, oltre al tradizionale prestito libri, tante, variegate e molteplici sono state le attività organizzate dalle Commissioni di gestione, che si sono succedute. Oggi la Giunta Borbey, con il convinto sostegno della Giunta comunale e della presidente della commissione della biblioteca e consigliere comunale Chiara Bernardi (nella foto in basso), ha un progetto ambizioso realizzare la Biblioteca del tempo.
Sindaco ci spiega il suo progetto?
Perché questa scelta?
"La nostra Amministrazione si trova ad un bivio, mantenere in essere l’esistente, in un locale non idoneo a ospitare altri libri o iniziative di un certo tipo o sperimentare invece un nuovo corso della Biblioteca, al passo con le mutate esigenze della popolazione e della società in generale".
Quindi?
"Non abbiamo avuto dubbi e abbiamo deciso di provare ad intraprendere una nuova strada, l’idea di mantenere la situazione immutata non ci ha convinti, non vogliamo una biblioteca presente sulla carta ma non nei fatti, non vogliamo una biblioteca sacrificata in spazi limitati, non vogliamo una biblioteca in agonia. Vogliamo invece una biblioteca viva, una biblioteca che promuova, in forme nuove, la lettura e la scrittura, vogliamo una biblioteca che valorizzi il nostro patrimonio storico e culturale, vogliamo una biblioteca che dia visibilità al ricco archivio storico, memoria e identità della nostra Comunità. Vogliamo, in sintesi, una biblioteca del tempo e dei tempi".
Altre ipotesi...
"No. Al momento, le ipotesi sono tante. Per avviare il processo era però necessario procedere con la revoca della convenzione per la condivisione della figura dell’aiuto bibliotecario; le otto ore settimanali dell’aiuto bibliotecario che prevedeva la convenzione non sono sufficienti per avviare una radicale trasformazione della Biblioteca. Vogliamo ricoprire il posto vacante con una figura che possa dedicare più tempo e più energie a questo ripensamento".
Perché cambiare?
Che ruolo gioca nel suo progetto la Regione?
"Abbiamo avviato una interlocuzione con l’Amministrazione regionale per concordare una possibile sperimentazione che vada oltre il prestito libri cartacei e che preveda altro".
La culture avant tout?
"Anche! Ci piacerebbe una biblioteca dei tempi, al passo con ciò che il mondo oggi chiede, al passo con i tempi. Vorremmo quindi che tutto il territorio stimolasse la lettura e la scrittura, con l’ausilio delle nuove tecnologie. Le aree gioco potrebbero diventare anch’esse mezzo di promozione culturale, ad esempio tramite l’apposizione di QRcode che rimandino a pubblicazioni, pensate magari per temi, da sviluppare mensilmente. Il territorio comunale potrebbe essere, a sua volta, stimolo per la scrittura. I paesaggi, la natura, le testimonianze storiche possono dare il via a racconti, poesie o altro".
Una biblioteca di ampio respiro...
"La biblioteca non sarebbe più sacrificata in un limitato spazio fisico ma conquisterebbe gli spazi aperti, raggiungendo così anche l’obiettivo di far conoscere, sempre di più, il nostro territorio comunale. Immaginare di vedere ragazzi o adulti, ad esempio nelle nostre aree verdi, non limitati a chattare o ad utilizzare i social, ma impegnati, anche con l’uso delle nuove tecnologie, a leggere, approfondire, scrivere o dilettarsi nelle arti, sarebbe un risultato nobile, al passo con i tempi e in cui il prezioso tempo che viviamo è utilizzato in modo pieno, stimolante e arricchente.
Biblioteca del tempo calata nel territorio?
"Certo. Una biblioteca di questo tipo potrebbe promuovere tutto il territorio comunale, essere punto di riferimento per gli abitanti del comune o per i turisti, sarebbe custode del tempo passato, promotrice del tempo in cui si vive e al passo con i tempi del mondo. Questa è la sfida che abbiamo deciso di iniziare".
LA STORIA RECENTE DELLA BIBLIOTECA
La Biblioteca, nel 2013, viene trasferita dalla sua sede principale, nella sede dell’ex Municipio al Capoluogo, in un locale nell’attuale Casa comunale, questo perché i suoi spazi originari sono stati destinati ad ospitare il plesso della scuola primaria del Capoluogo, chiuso per problemi statici. Negli anni successivi l’aiuto bibliotecario, vincitore di altro concorso pubblico, ha reso vacante il posto, non ricopribile a causa dell’assenza di graduatorie utili.
"La nostra Amministrazione - prosegue il sindaco - ha ritenuto opportuno concedere alle associazioni locali una idonea sede per le loro attività, considerato fondamentale il loro ruolo sociale per la comunità di Charvensod. Il fabbricato è così diventato la Maison des Associations César Savioz, primo sindaco del ricostituito comune di Charvensod nel 1946. Nonostante queste oggettive difficoltà, le commissioni di gestione hanno proseguito nella promozione della lettura, della scrittura e della cultura in generale, nonché nella valorizzazione del territorio e del patrimonio storico e culturale del nostro Comune, attraverso corsi, iniziative, eventi e mantenendo, ferma, la collaborazione con i plessi scolastici comunali con appositi finanziamenti a progetti specifici".