Consiglio Valle Comuni - 16 settembre 2021, 12:26

ADU e onorevole Tripodi, tra pensiero unico e posizioni forcaiole

Tutti a citare lo Stato di diritto, salvo poi negarlo quando le sue garanzie vengono invocate da altri

Dopo aver cercato di imporre per comunicato stampa quelli che possono essere considerati diritti e quelli che no, "per noi non sono diritti, e quindi se non lo sono per noi, non lo sono nemmeno per gli altri", il gruppo di Ambiente Diritti Uguaglianza VdA ieri si è superato, arrivando addirittura a sostenere, sempre rigorosamente attraverso comunicato stampa, quali voti espressi all'interno del Consiglio regionale possano essere considerati liberi e legittimi e quali invece debbano essere considerati viziati da non meglio specificati intrallazzi politici, tanto da chiedere le dimissioni degli eletti che si sono espressi in maniera diversa rispetto a quanto avrebbero voluto l'ex consigliera regionale Daria Pulz e compagni.

Insomma, gli orgogliosamente 'rossi' sono letteralmente accecati dal rosso sangue che vorrebbero vedere sputare dagli attuali ed ex consiglieri regionali condannati dinanzi alla Corte dei Conti, in barba a ogni garanzia costituzionalmente prevista, quali sono, tanto per citare due esempi, sia il ricorso per Cassazione sia il ricorso davanti alla Corte Costituzionale avverso una sentenza di II grado della Corte dei Conti, qualora questa venga ritenuta ingiusta e/o lesiva delle prerogative costituzionali e statutarie di un determinato organo rappresentativo.

Certo, sono questioni assai complesse, con le quali la già consigliera regionale Pulz, nel suo biennio di permanenza all'interno del Consiglio Valle, non si è forse mai confrontata appieno, anche alla luce della sua attitudine ad astenersi su buona parte dei provvedimenti portati in votazione all'interno della massima assemblea legislativa valdostana, ma la questione esiste, inutile nasconderlo.

Volere approfondire tale questione non soltanto è un diritto, ma quasi un dovere per un amministratore pubblico chiamato ad assumersi responsabilità politiche rilevanti per l'intera collettività amministrata, poiché c'è la necessità di definire l'esistenza e l'eventuale collocazione di confini più marcati tra la sfera politica e la sfera giudiziaria.

La pronuncia non è ancora stata scritta. Lasciamo che siano i giudici della Consulta a farlo, qualunque essa sia. Questo prevede il nostro Stato di diritto, che per primo dovrebbe essere tanto caro proprio a chi, nella propria sigla, riporta la parola 'Diritti'.

Dal canto suo, l'onorevole Elisa Tripodi, lasciandosi andare all'affermazione che l'impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale sarebbe uno schiaffo allo Stato di diritto, ha di fatto negato l'esistenza stessa dello Stato di diritto, arrivando addirittura a sostenere l'esistenza di privilegi. Lei, che proprio grazie all'insindacabilità, a Roma ha votato a favore di finanziamenti ormai miliardari a beneficio di Alitalia e ha approvato il provvedimento da 400 milioni di euro per l'acquisto dei famigerati banchi a rotelle, senza che nessuno le abbia mai chiesto conto di nulla. Suvvia, soyons sérieux.

Angelo Brunetti