"Constatato che non risulta esaurita l'azione di recupero e risanamento complessivo dell'istituzione locale e della realta' sociale, ancora segnate dalla malavita organizzata"; e poi "ritenuto che le esigenze della collettivita' locale e della tutela degli interessi primari richiedono un ulteriore intervento dello Stato, che assicuri il ripristino dei principi democratici e di legalità e restituisca efficienza e trasparenza all'azione amministrativa dell'ente".
A metterlo nero su bianco è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel Decreto di proroga di sei mesi del commissiariamento del Comune di St-Pierre per infiltrazioni mafiose (firmato ed emanato il 18 giugno scorso e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lunedì 19 luglio mentre in Corte di Appello a Torino erano emesse le due sentenze 'Geenna')
E questo lo sa bene il Presidente della Giunta, Erik Lavevaz, che il 26 maggio scorso aveva sottoscritto, dopo aver partecipato a scriverla, la relazione dei commissari prefettizi Giuseppe Zarcone, Laura Ferraris e Diego Dalla Verde, inviata alla ministra Lamorgese richiedendo espressamente la proroga della gestione commissariale perchè, sono parole di Lavevaz, "l'avviata azione di riorganizzazione e ripristino della legalita' a Saint-Pierre, nonostante i positivi risultati conseguiti dalla commissione straordinaria, non puo' ritenersi conclusa".
Risulta invece necessario "che la commissione disponga di un maggior lasso di tempo per completare le attivita' in corso, scongiurare condizionamenti o forme di ostruzionismo e perseguire, inoltre, una maggiore qualita' ed efficacia dell'azione amministrativa, essendo ancora concreto il rischio di illecite ingerenze della criminalita'.
Per Libera, 'forti i condizionamenti della 'ndrangheta sulla politica locale'
"Le due sentenze in appello dell'inchiesta Geenna, emesse lunedì dal tribunale di Torino, hanno accertato la presenza in Valle d'Aosta di una 'locale' di 'ndrangheta fortemente radicata sul territorio e dedita ad affari criminali come lo spaccio di droga, ma allo stesso tempo determinata nel coltivare e mantenere il controllo del territorio, anche stringendo stretti rapporti con il mondo politico e imprenditoriale della Valle". E' quanto si legge in una nota di Libera Valle d'Aosta, l'associazione contro le mafie fondata da don Luigi Ciotti, costituitasi parte civile nei due processi. La 'locale' di Aosta, secondo Libera, è arrivata "a condizionare pesantemente l'amministrazione pubblica, come dimostra il commissariamento del Comune di Saint-Pierre, recentemente rinnovato per un ulteriore semestre".
Secondo Libera "ora nessuno può più dire 'non sapevo' e chi continua a sottovalutare la presenza criminale o addirittura a negarla diventerebbe complice della presenza dell'organizzazione criminale nel territorio".