AMBIENTE - 05 giugno 2021, 11:49

Acqua, patrimonio valdostano da non disperdere

Acqua, patrimonio valdostano da non disperdere

La Valle d’Aosta è la più piccola delle regioni italiane ma dispone di tante risorse, opportunità che diamo per scontate, anche se non è sempre così.

Per molti anni, dire Valle d’Aosta significava dire Casinò, una fonte di guadagno che si pensava inesauribile per l’economia della nostra regione, le vicissitudini degli ultimi anni, la pandemia, ci ha fatto toccare con mano come quella fonte, non solo si è esaurita ma è diventato un problema e lasciamo che sia la politica a districare la matassa.

Il caso del momento, se ne è parlato in Consiglio Valle, riguarda lo sfruttamento delle acque, la Valle d’Aosta ne è ricca, per la produzione di energia elettrica.

La concessione, interamente di proprietà della Regione Valle d’Aosta, è della Compagnia Valdostana delle Acque Spa, conosciuta da tutti come Cva.

CVA nasce nel 1995 per ricevere tre impianti per la produzione di energia idroelettrica (Champagne 2 a VilleneuveVerrès e Lillaz) che Finaosta S.p.A. ha acquisito dall'ILVA Centrali Elettriche S.r.l. (subentrata alla Cogne S.p.A. al momento dello scorporo tra l'attività siderurgica e l'attività energetica). Nel 1997 a questi tre siti aggiunge la centrale di Issime.

Nel 2000 la regione autonoma Valle d'Aosta per 780 milioni di euro acquista dall'Enel Produzione S.p.A. i 26 impianti di produzione di energia idroelettrica nella regione, per un totale di 781 MW, riuniti nella società veicolo Valgen, che nel 2001 saranno ceduti a Geval S.p.A., di proprietà della regione Valle d'Aosta.

Nel 2002 Geval acquisisce CVA: il nuovo soggetto però mantiene la stessa denominazione societaria.

Nel 2011 il Gruppo CVA acquisisce da Enel la società Deval che gestisce la rete distribuzione.

Ci sarebbe molto da scrivere sul fatto che più volte i valdostani hanno dovuto comprare una cosa nostra e la politica ce ne dovrebbe spiegare il motivo, ma oggi la preoccupazione è un’altra. La concessione di alcune centraline è scaduta, altre scadranno presto, ma C.V.A. non si è minimamente interessata, le centraline con le concessioni, sono state acquistate da aziende non valdostane, cosa sta succedendo? Perché?

La storia dovrebbe insegnarci qualcosa, stiamo perdendo la fonte più importante della nostra economia e tra qualche tempo ci ritroveremo a doverla ricomprare da chi l’ha rilevata con quattro spiccioli.

I valdostani hanno sempre accettato di mettere il territorio a disposizione dello sviluppo turistico, lo hanno sempre fatto anche sperando in qualche piccolo vantaggio economico, ma non è mai stato così.

L’energia elettrica continueremo a pagarla come tutti, così come continueremo a pagare la nostra autostrada o quel che è di nostro nei tunnel che ci permettono di essere il carrefour per l’Europa.

moreno rossin

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