E' fissata per mercoledì 7 aprile l'udienza in Corte di Cassazione nei confronti di un gruppo di imputati albanesi, alcuni dei quali residenti ad Aosta, arrestati nell'ambito di una vasta operazione della Guardia di finanza di Aosta coordinata nel 2014 dal pm della Dda di Torino Stefano Castellani (il principale inquirente delle inchieste anti 'ndrangheta 'Geenna' ed 'Egomnia') e dall'allora pm della procura di Aosta Pasquale Longarini.
L'inchiesta, finalizzata al traffico internazionale di droga, portò all'arresto di 17 persone, 66 indagati a piede libero, oltre 23 chili di droga sequestrati dalle Fiamme Gialle. Condanne pesanti in primo grado (fino a 16 anni di carcere), assai ridotte in Appello (alcune pene diminuite della metà) e ora si attende il giudizio definitivo di terzo grado.
Aostacronaca darà contezza della sentenza di Cassazione nei confronti di ciascun imputato, ma un fatto curioso è che se oggi si cercano nel web notizie in merito all'articolata vicenda giudiziaria all'origine del dibattimento non se ne trova praticamente nessuna. E' come se i nomi e i fatti riportati nei faldoni delle indagini fossero fatti sparire dal web (anche se sono rimasti certamente nelle pagine degli articoli di alcuni giornali cartacei del 2014); un intervento online di 'ripulitura' che però non ha impedito che si giungesse all'atto finale del procedimento.
Tra i principali imputati figurano i due cittadini albanesi Alfred Sula e Nik Trojvogli. Del primo le cronache parlano sì, ma per un arresto nel settembre 2012 a La Spezia: nella scocca posteriore della Fiat Punto sulla quale Sula viaggiava, i finanzieri liguri rinvennero 583 grammi di cocaina purissima. Il secondo oggi è un imprenditore residente ad Aosta, che nega ogni addebito e negli anni ha ampliato le proprie attività in Valle in diversi settori d'impresa; della loro sorte e di quella degli altri imputati nell'ultimo capitolo del processo decideranno gli Ermellini tra pochi giorni.
L'inchiesta di Castellani e Longarini è stata di fatto l'ultima maxi operazione contro il traffico internazionale di cocaina sviluppatasi e conclusasi in Valle d'Aosta. Dall'inizio degli anni 2000 e per una decina di anni furono diverse le inchieste della procura aostana che portarono ad arresti talvolta eclatanti e al sequestro complessivo di decine di chili di droga.
Le indagini coinvolsero non solo Aosta ma piccole, ridenti e 'insospettabili' località quali Morgex, Sarre, Chatillon, Saint Vincent, Cervinia, Jovençan, Gressan o miti frazioni come Porossan, prima collina del capoluogo. E tutte dimostrarono inequivocabilmente come il fiume di 'coca' che partiva spesso dai Paesi Bassi passasse necessariamente dall'Albania prima e dalla Valle d'Aosta poi per giungere sulle piazze di Torino, Genova ma soprattutto della 'Milano-bene', quella che ha tanti soldi per pagare tanta cocaina. Pochissimo stupefacente si 'perdeva' sul mercato valdostano, ma dalle frontiere della Petite Patrie la coca doveva forzatamente passare e le diverse 'reti' di traffico hanno visto spesso gli stessi volti agire in più e diversi contesti.
Gli imputati le cui accuse saranno discusse tra cinque giorni in Cassazione operavano con fornitori residenti in Belgio ma soprattutto in Olanda: un corridoio di smercio illecito, quello del Paese dei tulipani, sempre attivissimo e collegato a doppio filo con la Valle d'Aosta.
16 marzo 2021, meno di venti giorni fa: una vasta operazione antidroga contro lo spaccio di cocaina con epicentro nel quartiere Sant'Eusebio a Cinisello Balsamo (Milano) ha condotto la polizia all'arresto di un gruppo di fornitori albanesi che importavano lo stupefacente dall'Olanda; la Direzione Distrettuale Antimafia ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 12 persone, emessa dal gip del Tribunale di Milano su richiesta della procuratrice aggiunta Alessandra Dolci e del sostituto Adriano Scudieri. L'operazione è la prosecuzione di precedenti indagini, coordinate sempre dalla Dda di Milano, conclusesi nel 2016 e nel 2017.
Le indagini hanno permesso di individuare un altro gruppo criminale di etnia principalmente albanese, capeggiato da Ermal Uruci. Oltre a diverse transazioni di cocaina tra gli albanesi e gli italiani scoperte dagli inquirenti, il 13 novembre 2016 fu sequestrato al traforo del Monte Bianco un carico di droga proveniente dall'Olanda: 8,6 kg di cocaina destinati alla piazza di Milano. Nel corso della seguente attività investigativa furono eseguiti inoltre sette arresti in flagranza di reato, tra i quali quelli dei principali partecipi dell'organizzazione criminale italiana, e il sequestro di circa altri 10 chili di cocaina.
Un altro duro colpo assestato all'ennesima organizzazione criminale che in un modo o nell'altro coinvolge la Valle d'Aosta, in una lotta tra gli investigatori antidroga e i trafficanti internazionali che è sempre apertissima.