CRONACA - 17 dicembre 2020, 12:38

Parla la giovane picchiata a Cervinia, 'siamo donne ma non possiamo farci ridurre in fin di vita'

La giovane, presa a sberle e pugni, ha rischiato di perdere un occhio 'ma sono ancora qui per dire che nulla giustifica la violenza'. Indagato è Lucio Trucco, guida alpina di Valtournenche

"Chi mi conosce lo sa... sono una brava persona... e non augurerei nemmeno al mio peggior nemico quello che è stato fatto a me".

Lo scrive sul suo profilo Instagram la giovane straniera, dipendente di una struttura ricettiva della Valtournenche, vittima a fine novembre di un 'aggressione con sberle e pugni per la quale la guida alpina Lucio Trucco è indagato - su delega del pm Manlio D'Ambrosi - dalla sezione di pg della Polizia della procura aostana per lesioni personali; la donna ha rischiato di perdere un occhio e dopo essere stata ricoverata all'ospedale di Aosta per i traumi subìti, ha lasciato la Valle.

"Che sia in amicizia, conoscenza, famiglia o amore la violenza non è giustificata. Non è accettabile -  scrive la ragazza - A norma dell'articolo 582 del codice penale, anche un solo episodio di violenza è reato. Siamo donne non oggetti... siamo donne e meritiamo rispetto, non farci umiliare, calpestare denigrare giornalmente per poi essere ridotte in fin di vita". 

E ancora: "Siamo donne e se diciamo NO di fronte a delle dinamiche che non gradiamo quel no deve rimanere tale. E soprattutto non siamo giocattoli. Meritiamo rispetto. E anche se fossimo le persone le persone più cattive ed esasperanti in questo mondo nessuno e roipeto nessuno ha il diritto di farci questo. Ci ho pensato tantissimo tempo se pubblicare o no queste foto perchè in un certo senso mi vergogno, mi vergogno del mio aspetto e di quello che è successo. Ma spero vivamente che questo smuova almeno un attimo la coscienza di tutti". "Tutte abbiamo diverse corporature. Per quanto possiamo essere dure e toste di fronte ad una persona piena di aggressività diventiamo fragili come il cristallo. Ho avuto 17 giorni di prognosi dall'ospedale e in base ad accertamente medici ulterioiri 30 giorni di malattia. Mi hanno chiamata miracolata e ho rischiato la perdita di un occhio. Ancora a distanza di 20 giorni non vedo bene dal sinistro ma sono qui...".

L'ormai ex lavoratrice alberghiera dice di aver abbandonato con rammarico la Valle: "Amavo Valtournenche  e amavo con tutta me stessa il mio lavoro, la gente del posto, le boutique, ristoranti e bar del posto.Ogni singola persona, odore e gesto ha lasciato dentro di me un segno indelebile che non scorderò mai e ringrazio tutti per l'amicizia e l'affetto che mi avete dato durante questa mia peramenza nella valle... Ci tengo a ribadire per l'ultima volta che niente giustifica la violenza..."

pa.ga.

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