La gestione della quarantena in ambito scolastico è stata al centro di un'interrogazione consiliare del gruppo Pour l'Autonomie. L'iniziativa, facendo riferimento al mancato rientro in classe nel giorno prefissato di alcuni alunni della scuola primaria San Francesco di Aosta, chiedeva quali siano le problematiche e le responsabilità emerse, quali comunicazioni siano state effettuate e quali accordi tra gli assessorati all'Istruzione e alla Sanità siano in campo per la gestione di queste situazioni.
L'assessore regionale all'istruzione, Luciano Caveri, ha ripercorso la vicenda, "oggi oggetto di un'indagine amministrativa e di un esposto in Procura - ha detto Caveri - per capire quanto successo. Il 10 novembre tutti gli alunni della scuola sono stati posti in quarantena successivamente a un contatto stretto con un caso positivo al virus. In considerazione dell'importanza della didattica in presenza, il 18 novembre è stata comunicata la possibilità di effettuazione del tampone rapido al drive in il giorno 19; se l'esito fosse stato negativo, la didattica sarebbe ripresa in presenza il 20. Solo 6 docenti su 27 si sono sottoposti al tampone e l'hanno comunicato via mail nel pomeriggio del 19, quando la segreteria non era più presidiata: di conseguenza solo alcune classi hanno potuto riprendere le attività; si è quindi dovuto rimandare a casa diversi alunni che aspettavano di entrare in classe. L'effettuazione del tampone prima del termine dei 14 giorni previsti non è obbligatoria, ma il lavoratore non è esentato dal darne immediata comunicazione al datore di lavoro".
Precisato che "le comunicazioni sono state effettuate dalla dirigente alle famiglie e che si seguono le disposizioni fornite dall'Istituto superiore di sanità", l'assessore Caveri ha concluso: "Avremo a breve una riunione con le autorità sanitarie per chiarirci definitivamente un dubbio: quando i docenti sono chiamati al tampone, esiste davvero una libera scelta? È impensabile che episodi del genere possano ripetersi. Segnalo infine che abbiamo presentato l'esposto in Procura perché la sola inchiesta amministrativa non è in grado di farci capire esattamente quanto successo ed è giusto che ci sia piena chiarezza".
Nella replica, il capogruppo di Pour l'Autonomie, Marco Carrel, si è detto soddisfatto della risposta: "Il nostro intento era proprio quello di capire come evitare il riproporsi di eventi del genere. È giusto chiarire quali siano gli obblighi degli insegnanti, ma nel caso specifico penso sia mancata la comunicazione: si è creato un corto circuito che ha comportato un problema notevole per le famiglie".